Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 25

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ttualità
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lettrotecnica - dicembre
2014
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dei valori delle correnti di dispersione, riporta-
ti nella figura 2. Un altro utile riferimento è da-
to dalla norma IEC 61140, la quale determina
i limiti per la corrente massima nel conduttore
di protezione degli apparecchi utilizzatori in
assenza di guasto, come da tabella 1.
Nella citata Guida CEI si raccomanda che la
somma aritmetica delle correnti di dispersione
dei diversi apparecchi, moltiplicata per 0,7÷0,8,
non sia superiore al 30% della corrente differen-
ziale d’intervento dell’interruttore. Nel caso in cui
la corrente di dispersione totale sia superiore a
questo valore, è necessario suddividere gli ap-
parecchi utilizzatori su più circuiti ed installare
un interruttore differenziale per ciascuno di essi.
Oppure, compatibilmente con i requisiti di pro-
tezione, aumentare la corrente differenziale di
intervento I n. Per esempio, nel caso di appa-
recchiature alimentate a spina aventi corrente
nominale di 10 A è raccomandabile alimentarne
non più di 2-3 unità tramite il medesimo interrut-
tore differenziale con corrente differenziale di in-
tervento di 0,03 A, affinché le correnti di disper-
sione non provochino interventi intempestivi. La
soluzione ottimale, ovviamente, è un interruttore
differenziale separato per ogni apparecchio uti-
lizzatore o per ognuno dei circuiti terminali del-
l’impianto (si parla di selettività orizzontale). In
questo modo l’eventuale intervento di un inter-
ruttore differenziale escluderà il relativo circuito
senza alcun effetto sugli altri circuiti, garantendo
la massima continuità di servizio anche in pre-
senza di un guasto effettivo (figura 3A). Inoltre,
sarà possibile adottare il livello di protezione più
idoneo a seconda del tipo di ambiente o di ap-
plicazione (per esempio utilizzare differenziali
con I n pari a 0,01 A nei luoghi a maggior rischio
elettrico come i bagni, cosa che provocherebbe
scatti intempestivi se il medesimo interruttore
proteggesse tutte le altre utenze). Al contrario,
la soluzione meno idonea ai fini della continuità
di servizio, e perciò sconsigliata, è un unico in-
terruttore differenziale posto all’origine dell’im-
pianto che alimenta tutti i carichi (figura 3B).
Nelle norme nazionali di alcuni paesi, questo ti-
po di installazione è sconsigliato o proibito.
La corretta scelta
degli interruttori differenziali
Un altro rimedio efficace contro gli inconvenien-
ti delle correnti di dispersione sono gli interrut-
tori differenziali insensibili a episodi differenzia-
li di breve durata, come ad esempio gli interrut-
tori APR di ABB ad immunità rinforzata.
Questi offrono il rimedio ottimale contro gli scat-
ti intempestivi causati da dispersioni impulsive
dovute a manovre oppure a fenomeni atmosfe-
rici. Queste versioni sono efficaci anche in pre-
senza di dispersioni permanenti. Infatti, alle di-
spersioni permanenti si aggiungono spesso
contributi transitori dovuti, per esempio, all’in-
serimento di apparecchi o ai disturbi presenti
sulla rete (le medesime impedenze capacitive
verso terra sono responsabili sia delle disper-
sioni permanenti sia di quelle transitorie).
Inoltre, l’effetto di filtro in frequenza, tipico di
questi interruttori, è efficace contro le correnti di
dispersione permanenti che contengono con-
tributi ad alta frequenza. Anche gli interruttori
differenziali di tipo S (selettivi), hanno proprietà
simili per quanto riguarda l’immunità agli scatti
intempestivi. In particolare, gli interruttori APR
permettono, entro certi limiti, di aumentare il nu-
mero dei carichi alimentati dal medesimo inter-
ruttore differenziale senza provocarne scatti in-
tempestivi in quanto agiscono contro i contribu-
ti transitori e contro le alte frequenze delle cor-
renti di dispersione (figura 4).
*Claudio Amadori, ABB S.p.A
ABB Sace Division
Articolo tratto dall’house organ Day by DIN di
ABB (n° 2/14)
Figura 2 - Stima dei valori delle correnti di dispersione per diversi apparati
Figura 3 - Esempio di selettività orizzontale Un unico interruttore differenziale per tutti
i carichi è spesso sconsigliato o proibito
Figura 4 - La massima continuità di servizio si ottiene suddividendo i carichi sotto sotto
più interruttori differenziali insensibili a episodi di breve durata
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