Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 6

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Articolo antecedente
Un mio articolo con lo stesso titolo è stato pub-
blicato nel numero 4 del 2012, ispirato dal tema
“Gestire la professione in tempi di crisi e forti
cambiamenti” dibattuto nel Convegno dell’As-
sociazione Progettisti d’Impianti a Mogliano Ve-
neto in cui si individuò nella rete d’impresa una
soluzione per affrontare la crisi. Nella circostan-
za, a fronte del fatto che la legislazione vigente
non considera i progettisti come titolati a parte-
ciparvi, precisai che vi potevano essere casi in
cui per il funzionamento della rete sarebbe sta-
to, comunque, essenziale il ruolo del progetti-
sta professionista. In particolare quelli in cui
una rete d’impresa realizza qualcosa in cui il
progettista ha un ruolo ben preciso. E, nella cir-
costanza illustrai l’esempio di “Casa Attiva”
perché, come avvalorato da un’importante ri-
cerca universitaria che cita la mia esperienza,
potrebbe essere proprio una casa domotica
realizzata secondo questo modello il prodotto
finale di una rete d’impresa (edile, impiantistica
e quant’altro) da immettere sul mercato. Ma in
quel caso la soluzione proposta riguardava la
sola edilizia che, con l’introduzione della domo-
tica, potenziava il suo essere volano economi-
co a tutto vantaggio dello sviluppo.
Ai nostri giorni
Quindi in un ambito molto più ristretto di quel-
lo considerato in un articolo, pubblicato a Di-
cembre 2012, relativo al “Patto generazionale
per l’automazione” da me proposto e da at-
tuarsi presso il Polo di Treviglio dove è collo-
cato il suddetto modello di casa. Articolo che
termina con un paragrafo intitolato “Uscire
dalla crisi” in cui si mette al centro dell’atten-
zione non più la sola domotica ma piuttosto
l’automazione in tutti i suoi aspetti. Come pe-
raltro è avvenuto nell’articolo precedente a
questo intitolato “Per fare cosa?” dove riporto
un mio intervento – che non è stato pubblica-
to – inviato ad un quotidiano in cui affermavo
che, dopo aver appreso delle proposte degli
Industriali e dei Sindacati fatte al Governo per
uscire dalla crisi, mi ero chiesto quali fossero i
posti di lavoro che loro intendevano salva-
guardare con queste proposte. In pratica se
fosse loro chiaro cosa si dovesse fare in termi-
ni di prodotti da realizzare e di servizi da forni-
re. E, soprattutto, se avessero tenuto in debito
conto l’influenza innovativa del progressivo dif-
fondersi dell’automazione nelle macchine e
nella robotica. Presupposto da me ritenuto fon-
damentale per uscire dalla crisi.
Ma cos’è questa crisi?
Siccome parlarne, senza entrare nel merito,
può essere fuorviante, mi adopero per farlo ed
al riguardo mi avvalgo di due autorevoli opi-
nioni. Per restare al passo con i tempi attuali in
cui si assiste alla discesa in campo di tecnici
e di comici, lo faccio riprendendo affermazio-
ni fatte al riguardo da due di loro precisando
che non potevo trovarne di meglio – pescan-
do però nel passato – essendo uno Petrolini e
l’altro Einstein. Del primo prendo a riferimento
una sua famosa canzone la cui particolarità
deriva dal fatto che vi è una successione di af-
fermazioni duali intervallate sempre dal ritor-
nello “ma cos’è questa crisi”. Per ciascuna di
esse nella prima parte compare la lamentela
di una specifica categoria di cittadini che attri-
buisce ogni responsabilità dei suoi problemi o
insuccessi alla crisi mentre nella seconda vie-
ne chiaramente indicato cosa ciascuno di loro
avrebbe dovuto fare – e che invece non ha fat-
to – per evitarla. È molto interessante consta-
tare l’attualità delle categorie e dei loro com-
portamenti scorretti citati nella canzone.
Crisi: occasione per crescere
Dal comico passiamo ora all’esperto che è un
grande scienziato come Einstein che circa la
crisi afferma “Non pretendiamo che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi può essere una grande benedizione
per le persone e le nazioni, perché la crisi por-
ta progressi. La creatività nasce dall’angoscia
come il giorno nasce dalla notte oscura.
E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e
le grandi strategie. Chi supera la crisi supera
sé stesso senza essere superato. Chi attribui-
sce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il
proprio talento e dà più valore ai problemi che
alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza.
di Leonardo Maccapanni
Prima parte
a
ttualità
e
lettrotecnica - aprile
2013
- numero
3
Il più grande inconveniente delle persone e del-
le nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie
di uscita ai propri problemi. Senza crisi non ci
sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una
lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. è nella
crisi che emerge il meglio di ognuno, perché
senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”.
“Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere
nella crisi è esaltare il conformismo. Invece la-
voriamo duro. Finiamola una volta per tutte con
l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non
voler lottare per superarla.”
Come uscire dalla crisi
Innanzi tutto va precisato che le due conside-
razioni sopra riportate stante la levatura di en-
trambi gli autori non sono una barzelletta l’una
ed una genialata teorica l’altra, ma piuttosto
due proposte ben precise per uscire dalla crisi.
Grossolanamente si può anche ritenere che la
prima ha come interlocutore il cittadino mentre
la seconda è rivolta a chi ha potere decisiona-
le o che, comunque, con i propri comporta-
menti determina situazioni che coinvolgono
ambiti molti vasti. Nel contempo, però, è altret-
tanto vero che si influenzano a vicenda nel sen-
so che comportamenti virtuosi delle persone
non avranno grande effetto a fronte di scelte
generali sbagliate così come non serviranno
nemmeno quelle giuste se poi i comportamen-
ti dei singoli resteranno desolatamente sempre
gli stessi. Dal che la necessità di coerenza nei
comportamenti degli uni quanto degli altri, te-
nendo sempre conto che sono i cittadini che
scelgono i decisori ai vari livelli, sia pur con i
diversi sistemi elettivi a seconda dell’organi-
smo rappresentativo: parlamento, regioni, pro-
vince, associazioni di categoria e via dicendo.
Per cui se si usano male i meccanismi di scel-
ta, poi è inutile lamentarsi. Come sono altrettan-
to deleteri i comportamenti personali – a tutti i
livelli – non appropriati. Per uscire di metafora
nel prossimo articolo approfondirò come l’au-
tomazione viene considerata e se si attribui-
sce ad essa un ruolo fondamentale per uscire
dalla crisi. Mentre per quanto mi riguarda,
avendo proposto un patto generazione per la
sua diffusione, ne sono fermamente convinto.
In questo articolo si comincia ad affrontare
l’argomento crisi per capire quali siano
le modalità migliori per affrontarla
e se quelle scelte possano
rappresentare un’opportunità
Come uscire
dalla
crisi
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