Italia Solare, in una lettera inviata a Giuseppe Conte, esprime forte perplessità e preoccupazione nell’apprendere da organi di stampa che la Presidenza del Consiglio ha deciso di affidare, tra gli altri profili individuati, a un manager di Eni e a un dirigente di Confindustria la discussione preparatoria per il vertice dei capi di stato e di governo del G20 che si terrà il prossimo 30–31 ottobre a Roma. “Non si capisce come mai – si legge nella lettera – non siano stati scelti profili indipendenti, avulsi da qualsiasi logica di interesse privato, a rappresentare il governo italiano, in considerazione delle grandi competenze disponibili nelle strutture di Stato come il Cnr, l’Enea e l’RSE, … solo per citarne alcune. Delegare a rappresentanti di Eni e di Confindustria, di cui per altro Eni fa parte, la discussione di temi nei quali la riduzione delle emissioni di CO2 è un punto centrale, appare un controsenso e un evidente modo di presidiare un tavolo che potrebbe prendere decisioni drastiche sulle riduzioni di emissioni”. La presenza di Eni e Confindustria a questi tavoli fa emergere con chiarezza un evidente conflitto di interessi tra la necessità di un’accelerazione della transizione energetica e l’obiettivo di parte dell’industria italiana e di Eni in particolare di difendere gli interessi economici di chi ancora oggi è responsabile di significative emissioni di CO2 e non ha ancora mostrato un reale cambio di passo rispetto alla ricerca, al trattamento e al consumo di combustibili fossili. Italia Solare chiede quindi al governo di individuare personalità diverse da quelle oggi delineate e suggerisce la creazione di un tavolo parallelo, a cui partecipino le sole associazioni industriali e ambientaliste, che possa interfacciarsi sin da subito con i referenti italiani del G20 per garantire una reale presa di coscienza della necessità di avviare da subito la transizione energetica, dando all’Italia il prestigio di divenire il Paese promotore di quel cambiamento che oggi è più che mai diventato urgente e inevitabile, se vogliamo cogliere ormai l’ultima possibilità di mantenere questo pianeta abitabile per i nostri figli e le generazioni a venire.
11.02.21