Page 11 - Attualità Elettrotecnica Settembre 2021
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due concetti
per chiarire
Domotica e building automation: caratteristiche comuni e differenze. Tutto però molto utile per l’installatore attento al proprio futuro professionale
 di Dino Pellizzaro
Giusto per chiarire un poco i concetti, è meglio dare una (tra le molte) defini- zioni di domotica (o home automation)
e una (sempre tra le molte) di building auto- mation. Una piattaforma comune tra le due definizioni, come si potrà vedere, è quella del riferimento a tecnologie il cui uso permette, grazie all’evoluzione delle caratteristiche del- l’abitazione o dell’edificio, di migliorare la qua- lità della vita delle persone negli ambienti.
E la differenza tra i due termini sta proprio qui: la domotica si riferisce tipicamente all’ambien- te domestico e a tutte le tecnologie presenti in un’abitazione, dalla chiusura delle tapparelle, alla gestione dell’illuminazione, dei carichi, degli ingressi, dell’antintrusione e degli im- pianti dell’acqua e del gas per prevenire o ge- stire eventuali perdite, all’allarme antincendio, al clima interno, all’entertainment ecc.
La building automation si riferisce invece agli interi edifici, siano essi un condominio, o un edificio del terziario o dell’industriale, che uti- lizzino tecnologie con cui gestire non solo quanto visto per la domotica, ma anche anche gli impianti tecnologici, le reti di comunicazio- ne e le reti informatiche che, grazie all’inter- facciamento con le reti pubbliche, consentono di mettere in comunicazione una parte del- l’edificio con un’altra parte dell’edificio stesso e l’intero edificio con il mondo esterno.
Se si rileggono le due definizioni (ricordando comunque che si tratta di definizioni non esaustive e quindi soggette e critiche) si potrà comunque osservare che esse sottintendono una parola di particolare importanza: la parola “intelligenza”, riferita quindi all’abitazione (do- motica, casa intelligente) o all’edificio (buil- ding automation, edificio intelligente).
Va detto poi che in questi ultimi tempi si è af- facciato – ne sentiremo parlare spesso - il con- cetto di smart city, che significa (sempre con una definizione discutibile) che l’intelligenza di un’abitazione o di un edificio, per essere davvero tale, deve confrontarsi con l’intelli- genza (intesa sempre dal punto di vista delle tecnologie) di un territorio, riferita a tutti i servi-
zi che lo stesso può dare, dai trasporti, alla sa- nità, alla sicurezza, all’istruzione, all’entertain- ment, ai servizi burocratici ecc. A questo pun- to è necessario fare un’ulteriore precisazione poco evidenziata quando la domotica e la building automation presero piede, perché sembrava essere non importante: il risparmio energetico. Tale caratteristica ha assunto, pro- prio per l’aumento dei costi dell’energia (sia elettrica che termica) una particolare impor- tanza. Oggi alcune ricerche chiariscono che utilizzando domotica e building automation si possono anche dimezzare i consumi energeti- ci. Si pensi soltanto alla gestione puntualizza- ta del clima, dei carichi dell’illuminazione in base alle effettive esigenze.
Senza dimenticare che queste azioni migliora- no la condizione climatica del mondo riducen- do proprio le emissioni di CO2.
E l’installatore?
Cosa ci guadagna l’installatore a proporre que- ste tecnologie al suo cliente, fermo restando che installare domotica ormai è una prassi co- mune? Il cliente stesso non è
impaurito dall’uso di tali tec- nologie. Egli infatti utilizza si- stemi simili nell’auto o con in cellulare, per cui non avrebbe – non ha – alcuna remora ad utilizzarle anche nella propria abitazione. Sono finiti i tempi in cui si parlava di domotica presentando la casa di Bill Gates in cui i vialetti di ingres- so venivano puliti in caso di nevicata da opportuni sensori che attivavano dei riscaldato- ri. Tale situazione era conside- rata fantascientifica e spaven- tava gli utenti. Oggi questi so- no più avveduti e le aziende stesse produttrici di domotica e di building automation pre- sentano le loro soluzioni indi- candone la semplicità d’uso.
E allora, perché non venire incontro alle esi- genze, espresse o inespresse, di migliora- mento della qualità della vita e di diminuzione dei consumi delle famiglie, proponendo solu- zioni impiantistiche semplici nell’uso e nel contempo tecnologicamente avanzate che non fanno certo rimpiangere le vecchie inter- rotte-deviate-invertite del secolo scorso? L’installatore ne guadagna anche poiché rie- sce a fidelizzare il cliente, offrendogli cioè un impianto che può essere di volta in volta ag- giornato con le ultime novità tecnologiche se- condo le esigenze, senza eccessivi e onerosi lavori di ristrutturazione muraria, e accompa- gnando il cliente nelle proprie scelte per tutta la vita dell’impianto.
Un’altra obiezione che si sente è quella della paura di installare sistemi la cui tecnologia in qualche modo possa essere superata in bre- ve tempo da altri sistemi. Anche in questo ca- so ormai le aziende offrono sistemi con stan- dard che consentono con certezza flessibilità e affidabilità nel tempo. E allora cosa aspetta- re per stare al passo con i tempi?
 attualità elettrotecnica - settembre 2021 - numero 7
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