Page 8 - Attualità Elettrotecnica Giugno-Luglio 2025
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attualità
Auto elettriche:
l’Italia è in folle
BearingPoint - multinazionale indipendente di consulenza strate- gica, manageriale e tecnologica - presenta i risultati del nuovo E- Mobility Trend Barometer 2025.
L’indagine, condotta per la prima volta su scala internazionale, analizza la maturità della mobilità elettrica in sei mercati chiave: Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Cina.
La ricerca evidenzia come la corsa italiana all’elettrico fatichi an-
cora a ingranare, frenata da barriere culturali, economiche e in- frastrutturali che ne rallentano la piena maturazione.
L’Italia si colloca tra i Paesi con minore familiarità con i veicoli elettrici: solo il 19% degli italiani ha avuto esperienza diretta alla guida di un’au- to elettrica, una percentuale inferiore rispetto alla Francia (31%) e alla Germania (26%), e decisamente lontana dalla Cina, dove il 68% affer- ma di aver già fatto un test alla guida.
Ciononostante, il 24% degli italiani indica l’intenzione di scegliere un’auto elettrica come prossimo veicolo. Un segnale di interesse che, sebbene in linea con il Regno Unito (24%) e vicino alla Francia (27%), appare contenuto rispetto agli Stati Uniti (31%) e in netto distacco dal- la Cina (73%), dove la transizione è ormai in pieno corso.
Il restante campione italiano si divide tra un 44% poco propenso all’ac- quisto di un EV e un 32% che non prevede affatto di acquistare un nuo- vo veicolo. Dati che evidenziano un mercato ancora “in pausa”, in at- tesa di un segnale chiaro per muoversi. L’attenzione per l’ambiente rappresenta il primo driver per l’adozione dell’elettrico in Italia: il 42% degli intervistati lo indica come motivo principale per scegliere un’au-
to a batteria. Seguono altre motivazioni, come i costi di gestione più contenuti (18%), l’interesse verso l’innovazione tecnologica (14%) e i benefici fiscali (12%). Il prezzo elevato rimane la principale barriera all’acquisto (36%), seguito dall’autonomia percepita come insufficien- te (25%) e dalla scarsità di infrastrutture di ricarica (18%). Si tratta di criticità condivise con Germania, Francia e USA, mentre in Cina solo il 12% degli intervistati percepisce il prezzo come un deterrente.
Il confronto con l’Oriente evidenzia come l’Italia sia penalizzata da un contesto di mercato ancora acerbo e da politiche pubbliche intermit- tenti e suggerisce che una maggiore accessibilità - spinta da un’offerta di modelli a minor costo e da una rete di ricarica più capillare - potreb- bero dare una spinta sostanziale al mercato degli EV. Le preferenze di marca rivelano una forte inclinazione verso il Made in Italy. Il 65% degli italiani prende in considerazione un brand del gruppo Stellantis come prossimo veicolo elettrico – con FIAT in testa alle scelte, menzionata dal 30% del campione. Questo dato è perfettamente in linea con la Francia, dove la dimensione identitaria guida le decisioni di acquisto.
Secondo recenti stime del consorzio Ecolight, ogni famiglia italiana può cu- stodire inconsapevolmente circa 3 kg di plastica “fantasma” nei piccoli elet- trodomestici presenti in casa. Di questi oggetti, meno di 1 su 5 segue un cor- retto percorso di raccolta differenziata. Ecolight ha individuato tre prodotti di uso quotidiano che tutti possediamo per analizzare la quantità di plastica presente:
• Il telecomando - piccolo, maneggevole, onnipresente.
Un solo telecomando può contenere fino all’85% del suo peso in plastica. Quando smette di funzionare o viene sostituito, spesso finisce dimentica- to in un cassetto. E con lui, centinaia di grammi di plastica che potrebbe- ro essere recuperati.
• L’asciugacapelli - lo usiamo quasi ogni giorno, ma raramente ne valutiamo la composizione. In media, un asciugacapelli può contenere fino a 500 grammi di plastica. Eppure, alla fine della sua vita utile, molti lo gettano nell’indifferenziata, perdendo ma- teriali preziosi e generando un impatto ambientale invisibile ma significativo.
• Il caricabatterie - spesso dimenticato quando si cambia il telefo- no o accumulato in eccesso, contiene plastica in proporzioni no- tevoli, fino al 75% del suo peso totale, tra rivestimenti e compo- nenti. Nonostante ciò, raramente viene trattato come un rifiuto elettronico, finendo invece troppo spesso nei rifiuti generici.
La plastica che si nasconde nei nostri dispositivi può diventare una
risorsa, ma solo se impariamo a gestirla correttamente. Il primo passo è ri- conoscere i RAEE: quando un apparecchio elettrico o elettronico smette di funzionare, non va buttato nell’indifferenziata, ma consegnato presso un centro di raccolta comunale o nei punti vendita dotati di ecoisole.
Inoltre, è importante sfruttare il diritto al ritiro “uno contro uno” – che pre- vede la possibilità di restituire gratuitamente il vecchio prodotto al momen- to dell’acquisto di uno nuovo – e “uno contro zero”, per i piccoli elettrodo- mestici fino a 25 cm, anche senza obbligo di acquisto. Solo attraverso que- sti semplici accorgimenti possiamo evitare che plastica preziosa venga spre- cata, e contribuire concretamente a una filiera più sostenibile.
la plastica invisibile dei RAEE
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attualità elettrotecnica - giugno/luglio 2025 - numero 5

