Page 11 - Attualità Elettrotecnica Ottobre 2019
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la tecnologia
avanza
Per realizzare la protezione esterna corretta ed efficace oggi è possibile utilizzare le più recenti soluzioni che sono
al servizio dell’installatore
di Luca Libralon*
La protezione esterna è il grande alleato dell’installatore perché, con una corretta progettazione, non solo aumenta i benefici
per la clientela ma, anche, amplifica e conferma le potenzialità delle singole apparecchiature im- piegate aumentando, di fatto, la sicurezza. Per comprendere le opportunità offerte dalle soluzio- ni di protezione perimetrale, va valutato l’am- biente da proteggere, distinguendo tra residen- ziale, industriale e siti ad alto rischio. Ad esem- pio, nel residenziale, la protezione deve fornire segnalazioni di preallarme, ovvero segnalazioni discrete che avvisano in caso di un’intrusione al- l’esterno. Nel caso del contesto industriale, inve- ce, l’interesse principale sarà di sfruttare la pro- tezione per attivare segnalazioni che dissuada- no l’intruso e comunichino la sua presenza nel- l’area protetta. Infine, nelle condizioni di alto ri- schio (banche, musei, ambasciate) la protezione ottimizza la sicurezza del sistema ponendosi tra il bene da tutelare e chi vuole eludere la protezio- ne obbligandolo a maggiori sforzi e tempi più lunghi. Una volta definite le esigenze, quali sono le più recenti e facili soluzioni per l’installatore? E quali i “trucchi del mestiere” per un’efficace in- stallazione? L’esperienza ci porta a indicare prin- cipalmente due proposte: le barriere a microon- da e le protezioni a doppio infrarosso passivo. Analizziamole singolarmente per capire quando sia più utile scegliere l’una o l’altra.
Una prima soluzione
Le barriere a microonda sono composte da un trasmettitore e da un ricevitore e il sistema di ri- levazione funziona sull’interruzione di una per- centuale del campo protetto. Spesso, per spie- garne il funzionamento, si ricorre all’immagine di un sigaro gigante parallelo al terreno: l’attra- versamento di questo lobo di copertura genera variazioni di segnale che, se raggiungono le soglie impostate, generano l’allarme. Le barrie- re a microonda sono un prodotto flessibile e, a seconda dei modelli, possono proteggere peri- metri da 60 a 200 metri con singole coppie o raggiungere distanze maggiori, anche di qual- che kilometro, combinando più coppie di bar- riere. Questa flessibilità ha decretato il loro suc- cesso. L’importante, però, è sempre l’aspetto umano. Infatti, la microonda offre livelli di sicu- rezza elevati se assicurati da una corretta in- stallazione. Per farlo, è necessario un sopral- luogo che deve partire dalla considerazione che questa tecnologia è soggetta a riflessioni dovute a oggetti metallici (fissi o mobili) all’inter- no del lobo di rilevazione; ma se abbiamo a di- sposizione, per distanze sui 40 m tra TX ed RX, un corridoio libero di 4-5 m, possiamo installar- le senza temere imprevisti. Una volta analizzata la situazione, si potrà procedere alla progetta- zione che non dovrà dimenticare di incrociare le varie coppie di barriere ad una distanza tra
loro di circa 3-5 m e di posizionare vici- ni tra loro, negli angoli di incrocio, sem- pre due TX o due RX.
Una seconda soluzione
Il secondo strumento a disposizione sono le protezioni a doppio infrarosso passivo. I sensori di questo tipo sono composti da due infrarossi in AND tra loro e generano l’allarme per la rileva- zione simultanea di entrambe le se- zioni di infrarosso; nei modelli più raf- finati viene integrata anche una mi- croonda che rileva il movimento. An- che in questo caso, la tecnologia, semplice, offre numerose applicazio- ni. La doppia rilevazione in AND per- mette di scremare falsi allarmi dovuti ad animali. Sul mercato sono presenti anche tecnologie che prevedono l’in-
serimento di una sezione a microonda combi- nata al doppio infrarosso classico.
Questo sensore, che potremmo definire a “tri- plo” AND, genera l’allarme per la rilevazione simultanea delle due sezioni dell’infrarosso passivo e della microonda.
Qualche accortezza
Da ricordare piccole accortezze: le apparec- chiature vanno installate, a seconda dei mo- delli e delle necessità, da 1–1,20 m a 2,2–2,70 m di altezza dal terreno e l’installazione otti- male vede il sensore posto a parete o a palo così da coprire una superficie di circa 100 mq. Per non avere problemi dovuti ad installazioni errate basta rispettare tre regole: posizionare il sensore sempre a 90° rispetto al piano da proteggere, evitare che nella zona di copertu- ra vi siano arbusti o piante ed evitare che i raggi solari colpiscano direttamente le due se- zioni di rilevazione.
Un’installazione tipo
Immaginando un’installazione tipo, potremmo dividere la zona esterna in due anelli:
a) Esterno, in prossimità del confine preve- dendo l’installazione di microonde attive che possono garantire la copertura volumetrica di grandi distanze (anche fino a 200 m o più) senza riduzioni di efficacia dovute a particola- ri condizioni atmosferiche. b) Esterno, a ridos- so dell’edificio, con l’utilizzo di sensori con tecnologia a “doppio infrarosso passivo” per la protezione degli accessi (porte di ingresso, porta garage, terrazze e lucernari ma anche vetrate e finestre a fascia.) così da garantire una protezione di tipo “volumetrico” usando un’unica apparecchiatura. Si avrà così una protezione elevata che riduce al minimo il ri- schio di “falso allarme”. Abbinare la protezio- ne esterna ad un sistema antintrusione è sino- nimo di elevato standard di sicurezza, senza dimenticare che ci garantisce un ottimo con- nubio tra la libertà di movimento in casa/azien- da e la serenità data dalla protezione esterna del perimetro.
*Luca Libralon, Responsabile tecnico commerciale AVS Electronics SPA
attualità elettrotecnica - ottobre 2019 - numero 8
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