Page 14 - Attualità Elettrotecnica Novembre-Dicembre 2020
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perchè inserire
differenziali di tipo B?
È bene conoscere le differenti caratteristiche dei vari tipi di differenziali. Il differenziale scelto infatti deve dipendere dalla tipologia del carico. Ecco le interessanti caratteristiche del tipo B
a cura di Asita
La norma CEI EN 60755 fornisce le prescrizioni minime, le raccomanda- zioni e le informazioni generali per
quanto concerne i dispositivi di protezione a corrente differenziale, genericamente detti interruttori differenziali, “salvavita” o RCD. La norma classifica i differenziali in funzione del tipo di protezione che offrono, o per meglio dire in funzione della tipologia di segnale a cui sono sensibili e su cui de- vono reagire applicando la propria prote- zione. I primi differenziali prodotti e immes- si sul mercato proteggevano dalle disper- sioni in corrente alternata pura perché sul- le reti elettriche circolavano correnti perfet- tamente sinusoidali in quanto le utente e le apparecchiature consistevano in carichi puramente resistivi e quindi con assorbi- mento perfettamente lineare.
Al giorno d’oggi, con la progressiva ed esponenziale diffusione di carichi per l’elettronica di potenza, le protezioni diffe- renziali si sono estese e diversificate in funzione del tipo di segnale su cui svolge- re l’attività di protezione; alla protezione in alternata (tipo AC) si sono aggiunte le pro- tezioni di tipo A (alternata e pulsante), di ti- po F (corrente alternata, pulsante e mista AC+DC) e di tipo B (corrente alternata, pulsante e in continua DC).
Le prestazioni
Focalizzando l’attenzione sulle ultime 2 tipo- logie F e B, le prestazioni aggiuntive sono: Tipo F:
• Protezione contro le dispersioni verso ter-
ra composite (inclusa la composizione d’onda con frequenze di 1 kHz) che si manifestano sia all’improvviso che in mo-
do regolare e progressivo;
• Protezione per correnti di dispersione al-
ternate sovrapposte ad una corrente con-
tinua livellata (corrente mista AC+DC). Tipo B, in aggiunta a quanto descritto per i tipo B:
• Protezione per correnti differenziali sinu-
soidali fino a 1000 Hz;
• Protezione per correnti di dispersione al-
ternate sovrapposte a correnti continue li- vellate fino a +40% la sensibilità nominale del differenziale o fino a 10 mA (il maggio- re dei due);
• Protezione per dispersioni continue livel- late e dispersioni continue pure
Il tipo B è il più completo in quanto garanti- sce la misura e la protezione contro corren- ti differenziali di qualsiasi natura.
Quando usare il tipo B
Ma quali sono le apparecchiature/utenze che possono richiedere una protezione dif- ferenziale di tipo B?
La categoria è vasta: azionamenti a velocità variabile o comandati da inverter di poten- za, UPS a soccorso dei centri di elaborazio- ne dati, impianti fotovoltaici, sistemi ove so- no presenti filtri attivi contro le armoniche, punti di ricarica di veicoli elettrici ed ibridi plug-in. La norma CEI 64-8 inerente gli im- pianti elettrici utilizzatori a tensione nomina- le non superiore a 1000 Vac e 1500 Vdc, non prescrive l’obbligatorietà di installazio- ne di differenziali di tipo B, ad eccezione della sezione 722 dedicata ai punti di ricari- ca dei veicoli elettrici dove viene invece prescritto che la protezione differenziale de- ve essere di tipo B o in alternativa di tipo A
con una protezione supplementare per cor- renti continue di valori maggiori superiore a 6 mA. Quindi, quale protezione è necessa- rio selezionare ed installare?
Dipende dal tipo di carico destinato alla protezione, per cui la miglior raccomanda- zione da seguire è quella indicata dal co- struttore in quanto è la figura che meglio co- nosce il tipo di dispersione che il proprio apparecchio potrebbe introdurre sull’im- pianto. Nella stragrande maggioranza dei casi, quando l’apparecchiatura potrebbe trovarsi nella condizione di produrre corren- ti differenziali in DC, i fabbricanti propongo- no l’installazione di protezioni di tipo B così da evitare scatti intempestivi e contempora- neamente garantire i giusti livelli di protezio- ne. Un ultimo aspetto da esaminare attenta- mente riguarda la cosiddetta “selettività verticale”; in sostanza è sempre opportuno tener conto anche delle protezioni già pre- senti o che verranno installate a molte e a valle rispetto a quella di nostro interesse. Per una corretta selettività verticale, devono sempre essere soddisfatte le seguenti tre condizioni:
• Sensibilità progressiva: la sensibilità di una protezione differenziale deve essere almeno 3 volte la sensibilità del dispositi- vo di protezione installato a valle
• Intervento selettivo: il tempo di risposta di un interruttore differenziale deve essere almeno il doppio del tempo massimo del differenziale installato più a valle
• Tipologia: il tipo di sensibilità del differen- ziale a monte deve essere dello stesso ti- po o superiore rispetto al tipo del disposi- tivo di protezione installato più a valle
Per il coordinamento verticale la figura 3 for- nisce un valido aiuto. Pertanto, ogni volta che un carico o una linea viene protetta con un dispositivo di tipo B, anche tutti gli inter- ruttori di protezione che si trovano in serie a monte devono essere di tipo B.
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attualità elettrotecnica - novembre/dicembre 2020 - numero 9



































































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