Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 6

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ttualità
e
lettrotecnica - marzo
2014
- numero
2
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Previsioni azzardate ?
“ I nuovi lavori del futuro ? Ci saranno ma non
so dire quali. Con la rapidità e le dimensioni
dei cambiamenti in atto, chi fa previsioni a die-
ci anni mente agli altri e a se stesso. “ Consi-
derato che in parecchi miei articoli pubblicati
su Attualità Elettrotecnica News, legati a vario
titolo all’ automazione, mi sono cimentato in
previsioni, leggendo questa affermazione sull’
inserto domenicale “ La Lettura” del Corriere
della Sera mi sono sentito spiazzato. Anche
perché l’ individuazione dei nuovi lavori del fu-
turo è uno degli aspetti più importanti del mio
progetto finalizzato all’ uso sociale della do-
motica; che è iniziato nel 2002 e che, nel tem-
po, si è evoluto. Infatti si è partiti dall’ automa-
zione della casa, per poi proseguire con la ro-
botica di servizio alla persona; per arrivare, in-
fine, alla smart city, specificatamente per quei
suoi aspetti che attengono al sociale. Percorso,
peraltro, preconizzato dal Prof. Somalvico nel
suo intervento di introduzione intitolato “ Domo-
tica, robotica ed urbotica” nel convegno del
2002 da cui partì il suddetto progetto. Che è un
esempio lampante del fatto che le previsioni di
alto livello sono sempre oltremodo attendibili.
Peraltro non poteva essere altrimenti conside-
rato che egli - prematuramente scomparso po-
chi mesi dopo - era Professore di Intelligenza
Artificiale del Politecnico di Milano. E, soprat-
tutto, uno dei grandi dell’ automazione.
Una mia previsione
Restando in argomento , devo precisare che
anche nell’ articolo pubblicato sul numero pre-
cedente di questa rivista intitolato “Smart City:
di tutto e di più” ho fatte alcune previsioni sul
2030, basandomi su altre tre specifiche ed ol-
tremodo attendibili. La prima è dell’ ISTAT sull’
aumento della popolazione anziana. La se-
conda di un autorevole futurologo contenuta
in una sua ricerca sull’ evoluzione della tecno-
logia. Mentre la terza l’ ho appresa leggendo
un articolo pubblicato su un altro inserto del
Corriere della Sera. Si trattava di “ Sette” e vi
si prevedeva come sarebbe stata nel 2030
una giornata tipo di un giovane trentenne e
della sua anziana madre. Descrizione da cui
emerge il positivo condizionamento della tec-
nologia, in particolare della domotica e della
robotica, e da cui ho tratto lo spunto per quel
patto generazionale sull’ automazione da me
annunciato nel su citato articolo e che ho raf-
figurato con una specifica vignetta.
E’ necessario prevederli
Su cui compare l’ indicazione stradale : Polo
Tecnico Professionale. Che non è per nulla ge-
nerica, poiché si riferisce alla scuola all’ inter-
no della quale si svolge il suddetto progetto
che è denominato “Casa Attiva” e che è stato
ampiamente esposto in articoli precedenti.
Siccome i suoi corsi di studi e le specializza-
zioni presenti sono tutte attinenti all’ automa-
zione, nell’ ambito del progetto è indispensa-
bile prevedere i nuovi lavori del futuro per po-
ter fornire a tutti gli allievi la preparazione più
adeguata. E nel farlo ho la convinzione che
non vi è il pericolo paventato dall’ autore dell’
articolo. Il motivo discende dal fatto che,
operando in una scuola in cui si preparano fi-
gure professionali che lavoreranno nell’ auto-
mazione – nella sua produzione, installazione,
manutenzione e quant’ altro – costoro non po-
tranno mai essere emarginati dalla sua pro-
gressiva diffusione poiché questo è il loro
compito. Ma affinché lo possano svolgere al
meglio ritengo opportuno occuparmi della for-
mazione scolastica dei futuri diplomati del Po-
lo, poiché, essendo sopravvenuti radicali
cambiamenti dei programmi, è opportuno va-
lutare se e sino a qual punto sono positivi.
Non nascondo, infatti, il timore che l'eccessi-
va attenzione al nuovo che avanza venga a
penalizzare l'esistente consolidato costituito
dalle componenti elettriche e meccaniche
dell’ automazione per un eccesso di attenzio-
ne verso la tecnologia dell’ informazione.
Ambito ben più ampio
Che è l’ ambito a cui fa specifico riferimento il
giornalista del Corriere che, in quanto validis-
simo corrispondente del quotidiano, ha infor-
mato i lettori su ciò che ha visto in importanti
manifestazioni negli Stati Uniti; tutte attinenti
alla tecnologia dell’ informazione. Partecipa-
di Leonardo Maccapanni
zione che è chiaramente deducibile da questa
sua affermazione che segue quella riportata
all’ inizio dell’ articolo : L’unica cosa certa,
quella che abbiamo toccato con mano nel no-
stro viaggio nell’universo digitale dal Mit alla
Silicon Valley, è che con la crescita esponen-
ziale della tecnologia aumenterà anche il nu-
mero di mestieri e professioni inghiottiti dal-
l’automazione”. Ribadendo tutto ciò l’ autore -
che è Massimo Gaggi, corrispondente del
Corriere negli Stati Uniti - dimostra di aver col-
to il punto cruciale della questione. A diffe-
renza di tanti altri che nei loro articoli compar-
si su diversi organi di informazione hanno, in-
vece, enfatizzato solo gli aspetti spettacolari
legati all’ elettronica di consumo.
Difendersi dai robot
In sostanza egli ha individuato nei robot gli
avversari con cui fare i conti. Ed, al riguardo,
il titolo dell’articolo “Solo l’idraulico batterà il
robot” fornisce un messaggio chiaro ed ine-
quivocabile a cui, aggiungo, io – e sarà il te-
ma di prossimi articoli – che anche l’elettrici-
sta ha grandi potenzialità al riguardo. Può
sconcertare, invece, il primo sottotitolo :
“Commercialisti addio, resistono i mestieri
manuali”, in particolar modo per quanto attie-
ne i primi, considerato che, all’ oggi, il lavoro
non gli manca. Mentre per i secondi – perso-
nalmente penso in ambiti di nicchia dove
conta la creatività – non c’ è robot che li mi-
naccia ma piuttosto potranno utilizzarlo co-
me un utile assistente. Purtroppo veritiero è l’
altro sottotitolo : “Ma la politica non capisce l’
automation tsunami ”. Al riguardo, in tutti
questi anni, ho avuto occasione di contattare
dei politici e posso confermarlo. Con l’ ag-
gravante che costoro, nella stragrande mag-
gioranza dei casi, ricoprivano cariche pub-
bliche nazionali e locali, a vari livelli. Devo di-
re che non sono mancati gli elogi, di cui mi
interessa ben poco. Quello che vorrei, inve-
ce, è un concreto sostegno – reso possibile
dalle cariche da loro ricoperte – che invece
non ottengo mai poiché quanto propongo è a
favore della collettività e non dei loro interes-
si, che non sempre sono legittimi.
Quali
lavori
futuri?
Questo articolo riprende, ampliandolo,
il tema del lavoro futuro già affrontato
in precedenti articoli, per ribadire
come è condizionante il diffondersi
dell’automazione
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