Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 6

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ttualità
e
lettrotecnica - novembre
2013
- numero
9
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Domanda e risposta formali
Nel numero scorso ho scritto un primo articolo
sull’automazione che avrebbe dovuto prose-
guire su questo con lo scopo di tutelare gli in-
teressi delle figure di cultura elettrica in que-
st’ambito. Ma i nostri lettori sanno che quando
è alla ribalta della cronaca qualche fatto che
ha attinenza con gli impianti, io – in coerenza
con il titolo di “Attualità Elettrotecnica News”
attribuito a questa rivista – lo evidenzio imme-
diatamente. E siccome ciò sta avvenendo io
rinvio la serie sull’automazione per affrontare
un argomento che è anch’esso di grande inte-
resse per il mondo dell’installazione poiché vi
è il rischio concreto che una grande potenzia-
lità lavorativa di adeguamento-rifacimento de-
gli impianti, che per legge si dovrebbe fare,
venga vanificata. L’avvenimento di cronaca
potrebbe sembrare irrilevante poiché attiene
ad informazioni che i condomini debbono in-
viare al loro amministratore in virtù della re-
cente legge che ne regolamenta l’attività, ba-
sandosi su un questionario che lui gli ha invia-
to. Solo che, accanto ad informazioni riguar-
danti dati diversi, ve ne è una attinente alla si-
curezza degli impianti. O, per meglio dire, vi
sarebbero poiché al posto di tanti quesiti che
dovrebbero esserci affinché il proprietario pos-
sa dare una risposta esauriente e responsabi-
le, sulla suddetta documentazione vi è una do-
manda del tipo di quelle generiche in cui si
chiede – per pura cortesia poiché non se ne
può fare a meno ma della questione non ce ne
frega niente – “Come va?” A cui si risponde,
non volendo entrare in vicende personali che è
meglio non divulgare, con un “Bene grazie”.
Facendo la felicità dell’interlocutore che non
gradisce essere coinvolto. Che nel nostro ca-
so è l’amministratore che chiede: “come stan-
no gli impianti?” ricevendo la risposta: “per
quello che ne so io va tutto bene”.
Eh, c’è la privacy!
Risposta che fa felice il primo perché se poi
quell’altro ha un infortunio o un incidente con
danni, naturalmente, è colpa sua che non ha
detto la verità, potendo anche dire per giu-
stificarsi: “mica posso entrargli in casa”.
No senz’altro. Lo potrà fare, se ne avrà vo-
glia, il giorno che l’appartamento del suo am-
ministrato sarà accessibile perché sventrato
da uno scoppio per gas o da un incendio
provocato dal corto circuito. E visto che c’è
potrà visitare, sempre senza violare la priva-
cy, anche i suoi vicini che ne verranno coin-
volti. D’accordo che il condominio è un orga-
nismo solidale. Nel bene però non nel male.
Ed, infatti, questo dovrebbe essere uno de-
gli scopi della riforma del condominio. Per
cui se si agisse con serietà – e come vedre-
mo secondo legge, non solo condominiale
ma anche e soprattutto degli impianti – si
verrebbero ad eliminare all’origine le cause
di gravi incidenti. Preservando i condomini
ma anche il singolo – attualmente indifferen-
te agli impianti – poiché per certi incidenti
anche solo domestici le conseguenze sono
comunque molto gravi.
Cosa chiede?
Uscendo dalla metafora, vediamo cosa deve
fare al riguardo l’amministratore di condomi-
no. Per cui prendiamo in considerazione il
comma 6 della Legge 220/2012 che è il di-
sposto che riforma la legislazione condomi-
niale e che stabilisce che l’amministratore
deve “curare la tenuta del registro di anagra-
fe condominiale contenente le generalità dei
singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e
di diritti personali di godimento, comprensive
del codice fiscale e della residenza o domici-
lio, i dati catastali di ciascuna unità immobi-
liare,
nonché ogni dato relativo alle
condizioni di sicurezza.
Ogni variazione
dei dati deve essere comunicata all’ammini-
stratore in forma scritta entro sessanta giorni.
L’amministratore, in caso di inerzia,
mancanza o incompletezza delle co-
municazioni, richiede con lettera
raccomandata le informazioni neces-
sarie alla tenuta del registro di ana-
grafe. Decorsi trenta giorni, in caso
di omessa o incompleta risposta,
l’amministratore acquisisce le infor-
mazioni necessarie, addebitandone il
costo ai responsabili.
di Leonardo Maccapanni
In evidenza
Quello che è di nostro interesse è evidenzia-
to in grassetto. Ovviamente il comma 6 esige
che vengano perentoriamente forniti il codice
fiscale, il certificato di residenza ed i dati ca-
tastali. Invece, per gli impianti, non vuole as-
sillarlo con la solita pedante burocrazia ma
gli chiede – solo fittiziamente ogni dato relati-
vo alle condizioni di sicurezza, lasciandolo,
però, nel dubbio poiché non è dato sapere
se il rispondere “gli impianti fanno schifo e
non c’è sicurezza” è conforme al suddetto di-
sposto, chiudendo in tal modo il discorso.
Mentre essendoci una legislazione copiosa e
puntuale sulla sicurezza degli impianti che
impone, da tempo, precisi adempimenti sa-
rebbe stato meglio chiedere qualcosa di
specifico, peraltro previsto dalla legge. Evi-
dentemente è meglio non disturbare per cui
l’amministrato che pensa di essere in regola
dormirà tranquillo, mentre il condomino che
non lo è dirà “speriamo bene”. Solo che ciò
vale per entrambi per quanto detto prima cir-
ca gli scoppi e gli incendi che possiamo de-
finire come condominiali. Peraltro non si con-
dividono già i casi notoriamente per nulla in-
vasivi ed oltre modo discreti. Per cui non sa-
rà una fuga di gas o un corto circuito a gua-
stare i rapporti condominiali.
Rientra tra le scartoffie
Quindi, in coerenza con il titolo, quella richie-
sta così formulata rientra tra le tante, troppe
scartoffie, per la sicurezza e per l’efficienza
energetica e via dicendo, che affliggono il
mondo degli impianti. Ma il perché ed il per-
come lo vedremo in articoli successivi, par-
tendo dall’inizio della storia degli adempi-
menti a carico di chi ha un’abitazione, cioè
cominciando dall’obbligo del differenziale ar-
gomento di antica memoria che merita di es-
sere ripreso in quanto può avere sviluppi inte-
ressanti. Nel terminare segnalo – argomento
che approfondirò – che degli amministratori,
molti o pochi non so, stanno affrontando cor-
rettamente la situazione; mentre altrettanto,
sempre per quello che so io, non posso dirlo
per le loro associazioni di categoria.
Sono sempre di più le documentazioni scritte che, a vario
titolo, attestano la regolarità di diverse situazioni.
In molti casi sono autocertificazioni
di semplificazione per il cittadino.
Spesso attengono alla sicurezza.
Ma sono carte o scartoffie?
Le “scartoffie”
della sicurezza
Prima parte
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