Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 35

57% del 2013. I paesi più interessanti da
questo punto di vista sono il Medio
Oriente, il Nord Africa e l’America Latina.
Nel decennio 2003-2013 è mutata anche
la tipologia delle imprese sopravvissute
alla crisi. Nel 2003 la quota di produzio-
ne industriale originata dalle grandi im-
prese nel 2003 era del 50%. Tale quota
diventa oggi del 44%, con una significa-
tiva crescita delle medie imprese elettri-
che ed elettroniche. Un ulteriore impor-
tante driver di sviluppo settoriale è rap-
presentato dall’innovazione tecnologica,
grazie alla quale si sono aperte nuove
frontiere della domanda nei mercati stra-
tegici dell’energia, dell’industria, del buil-
ding e dei trasporti. Interessante, sempre
secondo Gemme, il ruolo fondamentale
che i sistemi di accumulo rivestono nel
settore energetico a supporto dell’inte-
grazione nel sistema elettrico di crescen-
ti quantità di energia da fonti rinnovabili,
e, in quest’ambito l’industria italiana sem-
bra oggi esprimere un’interessante offer-
ta tecnologica all’avanguardia.
Le proposte
Gemme nella sua relazione ha presenta-
to una serie di proposte grazie alle quali
si potrebbe ridurre il peso della crisi. In-
nanzitutto bisogna favorire il ritorno della
manifattura in Italia riducendo l’inciden-
za degli oneri fiscali e contributivi: “de-
tassiamo tutti gli importi investiti da parte
di chi decide di riportare le attività pro-
duttive in Italia”. Tale proposta però sem-
bra aver sollevato dei dubbi in platea da
parte di coloro che la ritengono penaliz-
zante nei confronti di coloro che, a denti
stretti, hanno continuato ad investire in
questi anni in Italia. Altra osservazione di
Gemme riguarda la bulimia della mac-
china delle tasse italiana, che fa il paio
con il rapporto critico con le banche e la
Pubblica Amministrazione che non paga
i suoi debiti, nonostante qualche provve-
dimento positivo ma dai risultati modesti.
Bisogna però andare oltre, riportando la
moralità e l’etica nei pagamenti anche
tra i privati. “Oggi la doppia tenaglia del-
la pressione fiscale e della burocrazia
stritola la capacità di fare impresa in Ita-
lia. La pressione fiscale è alle stelle:
quella reale è del 55% che sale al 68,3%
per le imprese”. Tutto ciò ha portato alla
chiusura nel 2013 di circa mille imprese
del settore, 200 circa delle quali in Lom-
bardia. “Bisogna poi detassare gli utili
reinvestiti in Ricerca e innovazione”: og-
gi l’Italia è il penultimo paese, tra quelli
ad elevata industrializzazione, per nu-
mero di domande di brevetto registrate
presso l’ufficio Europeo dei Brevetti. Tut-
to ciò va però unito ad una pianificazione
degli interventi di tipo pluriennale, che
possa contare sulla definizione di regole
certe e univoche, sull’uniformazione del
metodo di valutazione e di selezione dei
progetti a livello nazionale e regionale,
nella riduzione e nel rispetto delle tempi-
stiche, nello snellimento dei processi
amministrativi e nella velocizzazione delle
procedure operative.
Altro punto su cui contare è, sempre secon-
do Gemme, la tutela della nostra industria at-
traverso adeguati controlli sul mercato, evi-
tando, nello stesso tempo, di continuare a
subire le politiche industriali decise a Bruxel-
les, ma piuttosto agendo per orientarle.
Ancora, bisogna potenziare le forme di colla-
borazione tra ricerca pubblica e privata e il
mondo dell’industria: l’omogeneità culturale
e la contiguità anche geografica fra chi fa ri-
cerca, progettazione e produzione rappre-
senta una condizione di maggior efficacia ri-
spetto alla condizione in cui tali funzioni sono
collocate a migliaia di kilometri di distanza,
con barriere culturali e linguistiche.
Occorre inoltre avere una visione che pro-
muova i settori strategici del paese: creare
meccanismi virtuosi di sviluppo è possibile e
l’intervento pubblico è necessario.
Bisogna avere anche la capacità di favorire
quel processo di specializzazione che con-
sente di mantenere il know how nel nostro
Paese. E si devono dare alle grandi aziende
a partecipazione pubblica indirizzi che privi-
legino il know how e le produzioni italiane.
Ciò può avvenire mantenendo l’ingegneria vi-
cino alle costruzioni per dare adeguato valo-
re al prodotto realizzato in Italia.
Verso l’industria 4.0
Oggi circa il 90% di tutti i processi produttivi è
supportato dall’ICT che ha portato ad una ra-
dicale trasformazione del mondo in cui lavo-
riamo. Con l’introduzione dei concetti di “In-
ternet delle Cose e dei Servizi” ci stiamo avvi-
cinando a passi rapidi a quella che è stata
chiamata la quarta rivoluzione industriale, l’In-
dustria 4.0, che prevede sistemi di fabbrica-
zione di cyberfisica dove prodotti intelligenti
utilizzano sensori per fornire istruzioni di lavo-
razione alle apparecchiature di produzione.
Per raggiungere tale obiettivo saranno neces-
sari nuovi strumenti intelligenti e nuovi softwa-
re per la strutturazione dei flussi di dati. Il ri-
sultato sarà un ambiente di produzione più
flessibile e ottimizzato.
L’introduzione di tali tecnologie comporterà
modifiche strutturali importanti nell’industria e
nella società e ANIE vuole essere in prima li-
nea poiché la sua forte componente tecnolo-
gica è assolutamente pervasiva in moti dei
comparti industriali italiani, Tale trasversalità
garantisce vantaggi competitivi per tutti, a co-
minciare dal grande tema dell’efficienza tec-
nologica. Con l’approccio di Industria 4.0 so-
no potenzialmente disponibili tutti gli stru-
menti utili per affrontare i nuovi scenari del si-
stema manifatturiero.
E a breve?
Molti interventi hanno puntualizzato il ruolo di
Expo 2015, non a caso è stato firmato un ac-
cordo di collaborazione tra Padiglione Italia e
Confindustria che diventa partner istituziona-
le dell’evento. Durante i sei mesi di Expo
ANIE avrà l’occasione di mostrare al mondo
l’apporto delle tecnologie del settore elettrico
ed elettronico in campo alimentare: è l’Italia
che vuole farcela.
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