Page 42 - Attualità Elettrotecnica Marzo 2025
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l’energia nel tempo
L’energia elettrica è un elemento che ha contribuito
al progresso dell’umanità. E quindi ha una storia interessante
di Dino Pellizzaro
Un grande, ora ricordato da pochi, ebbe a dire che il progresso umano dipende- va da due fattori. Citiamone qui solo
uno: l’energia elettrica e la sua gestione. Non si può sapere se dare ragione a quel grande, ma certamente l’energia elettrica è stata ed è un fattore importante. Tanto che in Italia, già dal 1883, si costruisce la prima centrale a carbone. Si tratta del complesso di Via Santa Radegon- da a Milano, destinato ad alimentare i carichi elettrici estremamente innovativi del Teatro alla Scala. E a chiarire un poco quale possa essere il divario tra Nord e Sud di Italia va detto che la prima centrale idroelettrica italiana viene instal- lata in Sicilia da Luigi Rampolla, dopo che pro- prio nell’isola era già funzionante, a Bagheria, una centrale a carbone costruita da Rosolino Gagliardo. La stessa prima linea ferroviaria na- sce al sud, nel regno di Napoli, per la precisio- ne, prima dell’unità d’Italia. Il bacino idrografico delle Alpi doveva ovviamente farla da padro- ne, tanto che molti immaginarono che l’ener- gia idroelettrica sarebbe stata sufficiente per i consumi del nostro paese. E l’energia era anche a buon prezzo. Inoltre il trasporto e la gestione erano semplificati da una rete (allo- ra, fine ottocento inizio novecento) efficiente. E proprio all’inizio del ‘900, nel 1904 per la precisione, si diversificano ancora di più le fonti: nasce la prima centrale geotermoelet- trica del mondo, a Larderello. Lo Stato non era interessato alla gestione di tale tesoro. Chi gestiva il tutto erano privati. Citiamo qui alcune aziende presenti negli anni ’20: Edi- son-Volta, Sade, Selt, SIP, SME, la Centrale a cui certamente dobbiamo lo sviluppo del set- tore, settore che peraltro fu oggetto, in parti- colare nel comparto idroelettrico, di gravi di- sastri ambientali che ne frenarono dopo gli anni lo sviluppo. Anche oggi del resto si di- scute sull’opportunità della costruzione di grandi dighe (in Cina, ad esempio) costruzio- ne che porta ad effetti particolarmente gravi sul territorio, dal punto di vista ambientale e
La nazionalizzazione sui giornali
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attualità elettrotecnica - marzo 2025 - numero 2
sociale. Non che le centrali a carbone siano esenti da problematiche ambientali, natural- mente, e vi è chi, oggi, ritiene che le stesse pale eoliche siano un grave errore in fatto di ecologia. La domanda chiave è: come fac- ciamo a far funzionare il condizionatore?
Dai privati alla statalizzazione
Ma torniamo ai privati presenti nel settore ne- gli anni ’50. Lo stato giunge alla conclusione che il settore energetico sia strategico per lo sviluppo del paese e che, quindi, è necessa- ria una visione unitaria della sua gestione, in particolare considerando la crescente do- manda di energia. Con la nazionalizzazione avvenuta il 27 novembre 1962 Il controllo passa allo Stato. Viene istituito l’ENEL che ha il compito di sovraintendere a tutte le attività di produzione, importazione ed esportazio- ne, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta. È proprio in questi anni che si ha un incremento annuo della produzione
dell’energia elettrica dell’8%, contro il 2% cir- ca degli anni precedenti. Tutto merito delle centrali termoelettriche e del basso costo del petrolio. Poteva continuare così? La storia di- ce di no. Crescono i prezzi del petrolio, sia- mo negli anni ’70 ed è necessario un ripen- samento. Ci affidiamo all’energia nucleare? Il piano energetico del 1975 lo prevede. E qualcosa si fa. Ma il disastro nella centrale di Cernobyl in Russia porta nel 1987 a un refe- rendum che blocca questa strada, grazie an- che alla contemporanea diminuzione dei prezzi del petrolio. E il termoelettrico cresce.
La liberalizzazione
Negli anni ’90 del secolo scorso il mercato elettrico viene liberalizzato. Nel contempo si assiste ad una crescita della quantità di energia elettrica generata con il gas a scapi- to di quella creata con il petrolio (scelte di stabilità politica) e di energia importata da produttori che hanno un sovrappiù (la Fran- cia con il nucleare, ad esempio).

