Page 37 - Attualità Elettrotecnica Aprile 2024
P. 37

  stemi VRF – VRV consigliano il rispetto della norma anche in locali dove non sarebbe ob- bligatorio. La conseguenza principale è che a volte si devono installare più circuiti frigori- feri, proprio a causa della necessità di limita- re il contenuto di refrigerante. Ad esempio, in un albergo che richiede una potenza di 450 kW si devono installare almeno 10 circuiti fri- goriferi separati, contro i soli 3 che la tecno- logia dei sistemi VRF – VRV permetterebbe.
La certezza dei dati
I sistemi VRF – VRV permettono buone effi- cienze energetiche, che teoricamente posso- no essere superiori a quelle degli impianti idronici (ed in alcuni casi lo sono).
Tuttavia vi è una serie di circostanze che peg- giorano di molto l’efficienza.
Una differenza fondamentale tra sistemi VRF – VRV e sistemi idronici sta nella certezza dei dati dichiarati dai costruttori. L’efficienza ener- getica a pieno carico e ai carichi parziali dei gruppi frigoriferi e delle pompe di calore è ga- rantita dal programma di certificazione Euro- vent. Ogni azienda che partecipa al program- ma deve sottoporre i propri prodotti ad una se- rie di test, effettuati in camere climatiche ap- positamente progettate in grado di simulare le condizioni reali di funzionamento. I test vengo- no effettuati da personale di laboratori terzi, con strumentazione di precisione. Nulla di tut- to questo esiste, allo stato attuale, per i siste- mi VRF – VRV. Di conseguenza la correttezza dei dati è delegata solo ed esclusivamente al- la serietà del costruttore. In ogni caso, i dati presenti nei cataloghi di tutti i costruttori di si- stemi VRF - VRV non sono riproducibili nella realtà. Questa sembra un’affermazione molto forte, quasi un atto d’accusa, ma è una situa- zione del tutto oggettiva. Tutti i costruttori for- niscono le prestazioni considerando delle lun- ghezze equivalenti delle tubazioni tra l’unità
esterna e le unità interne comprese tra 5 e 7,5 m, dato questo derivato dalla consuetudine per i condizionatori a due sezioni (split sy- stem). Ciò permette di dare un valore nomina- le alle prestazioni, ma questo valore non è mai riproducibile nella realtà di sistemi complessi come i VRF - VRV. Una lunghezza equivalente di 7,5 m corrisponde a una distanza reale li- neare tra unità esterne e terminali interni com- presa tra 4 e 6 m, perché nella lunghezza equivalente bisogna considerare anche le perdite di carico localizzate dovute alla pre- senza di curve, sifoni, rubinetti e quant’altro. In un circuito frigorifero di un sistema VRF - VRV vi sono collegate un numero elevato di unità interne, nella media da una decina fino a un valore teorico di oltre 70. È ovvio che un nu- mero così alto di unità interne non può essere installato nel raggio di 5 m dall’unità esterna.
La lunghezza delle tubazioni
La lunghezza delle tubazioni che compongono il circuito frigorifero influisce molto sia nelle prestazioni che nell’efficienza energetica dei sistemi VRF – VRV, soprattutto nel funziona- mento estivo. La prima può essere ridotta del 25%, la seconda anche addirittura di oltre il 30%, nelle peggiori condizioni.
Nei sistemi idronici, la lunghezza delle tuba- zioni influisce marginalmente sull’efficienza energetica dell’intero sistema, soprattutto se si utilizzano pompe a portata variabile, ma non influisce minimamente sulle prestazioni dei generatori, perché questi vivono una vita autonoma rispetto al resto dell’impianto. Ecco perché le prestazioni certificate da Eu- rovent sono riproducibili ovunque. Non è co- sì con i sistemi VRF – VRV: il disegno del cir- cuito, la sua lunghezza in particolare, influi- sce in modo decisivo sulle prestazioni ener- getiche. Di certo il risultato ottenuto nella re- altà è sempre inferiore ai valori nominali, dal momento che questi sono dichiarati per lun- ghezze praticamente nulle. Purtroppo non si può aumentare il diametro delle tubazioni per migliorare l’efficienza energetica, perché ci si
scontra con la necessità di far tornare l’olio al compressore. Questo è il limite maggiore dei sistemi VRF – VRV: in un qualunque circuito fri- gorifero, l’olio normalmente fuoriesce dal com- pressore e viene trascinato dal refrigerante al- l’interno delle tubazioni. L’olio serve alla lubrifi- cazione del compressore e quindi deve ritor- nare al suo interno, altrimenti il compressore stesso si danneggia. Per far tornare l’olio bi- sogna che la velocità del refrigerante nelle tu- bazioni sia sufficientemente elevata, anche ai carichi parziali. Quindi il diametro delle tuba- zioni deve essere necessariamente contenu- to, con conseguente perdita di energia. In ca- so di periodi prolungati ai carichi parziali, co- me avviene per la maggior parte del tempo, per facilitare il ritorno dell’olio è necessario agire con cicli forzati, che portano ad un ulte- riore spreco energetico.
 Il testo è tratto dal volume “Impian- ti idronici e sistemi VRF-VRV” di Michele Vio e Matteo Rigo, Edito- riale Delfino
attualità elettrotecnica - aprile 2024 - numero 3
37






















































































   35   36   37   38   39