Page 12 - Attualità Elettrotecnica 06 settembre 2023
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  Figura 5- Esempi di dati di targa per gli interruttori differenziali. Figura 6 - Esempio di selettività tra interruttori differenziali.
Sono realizzati però anche interruttori diffe- renziali che occupano 2 moduli e di piccole dimensioni per montaggio nelle scatole por- tafrutti insieme ai normali apparecchi delle serie componibili (Figura 3).
Talvolta sono corredati di una lampada di se- gnalazione presenza rete e di uno scaricato- re di tensione.
Il campo di impiego di questi apparecchi è la protezione delle prese terminali destinate ad alimentare piccoli elettrodomestici oppu- re i circuiti in ambienti con particolari carat- teristiche (ad esempio i locali da bagno). Onde elevare il livello protettivo possono es- sere scelti con una corrente differenziale no- minale pari a 10 mA.
A titolo esemplificativo nella figura 4 si ripor- ta lo schema unifilare di un sistema di prote- zione differenziale.
La linea di entrata con protezione differen- ziale da 0,03 A viene suddivisa per l’alimen- tazione dei circuiti luce, dei circuiti prese e dei locali per i quali possono sussistere maggiori possibilità di pericolo (bagno, ca- mera bambini).
Per questi locali sono previsti interruttori dif- ferenziali con Idn = 0,01 A.
Il coordinamento dell’impianto di terra deve essere effettuato sulla base della più alta so- glia di intervento (nel caso illustrato 0,03 A). Nell’ambito dell’edificio, la protezione diffe- renziale deve essere presente anche sui cir- cuiti di alimentazione dei singoli servizi co- muni (luce scale, impianto riscaldamento; ecc.).
Nella Figura 5 si riportano due esempi di da-
ti che devono figurare sulla targa di ogni ap- parecchio (ovviamente esistono anche inter- ruttori differenziali con sganciatori di sovra- corrente tipo AC e senza sganciatori tipo A). Si ricorda che tra i dati di targa deve figura- re la marcatura CE e, possibilmente, il mar- chio di qualità, se il costruttore è stato auto- rizzato all’uso.
Selettività tra interruttori differenziali
Quando due dispositivi di protezione si trova- no in serie tra loro, devono essere scelti con caratteristiche tali che l’intervento avvenga se- condo criteri di selettività.
Ossia in modo che intervenga l’interruttore più a valle per togliere l’alimentazione solo nella zona di impianto interessata al guasto.
Se si impiega un dispositivo differenziale a monte dell’impianto, la selettività può essere realizzata solo impiegando interruttori diffe- renziali anche a valle.
Impiegando interruttori differenziali per usi domestici e similari, di cui uno di tipo S a monte e uno di tipo generale a valle, si assi- cura una selettività totale se la corrente diffe- renziale nominale di quello a monte è almeno tre volte quella dell’interruttore a valle (con correnti nominali scelte tra i valori normali). Ad esempio si ha selettività se l’interruttore a monteèditipoSedhaunaIdn=100mA e quelloavalleèditipoGconunaIdn=30mA (Figura 6).
Qualora sia richiesta una selettività su tre o più livelli è necessario ricorrere anche a di- spositivi ritardati con ritardo definito.
 Il testo è tratto dall’ultima re- cente edizione del volume dal titolo Impianti elettrici nelle abitazioni, Guida alla regola dell’arte secondo le Norme CEI e il D.M. 37/08, edito da Editoriale Delfino.
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attualità elettrotecnica - settembre 2023 - numero 6
















































































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