Page 12 - Attualità Elettrotecnica Ottobre 2024
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una lunga storia
L’energia elettrica ha cambiato il mondo.
La sua storia è densa di episodi che
qui raccontiamo in breve, dalle prime centrali ad alcune osservazioni sul futuro
Dai privati alla statalizzazione
Ma torniamo ai privati presenti nel settore negli anni ’50. Lo stato giunge alla conclusione che il settore energetico sia strategico per lo sviluppo del paese e che, quindi, è necessaria una visio- ne unitaria della sua gestione, in particolare considerando la crescente domanda di ener- gia. Con la nazionalizzazione avvenuta il 27 no- vembre 1962 Il controllo passa allo Stato. Viene istituito l’ENEL che ha il compito di sovrainten- dere a tutte le attività di produzione, importazio- ne ed esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta”. È proprio in questi an- ni che si ha un incremento annuo della produ- zione dell’energia elettrica dell’8%, contro il 2% circa degli anni precedenti. Tutto merito delle centrali termoelettriche e del basso costo del petrolio. Poteva continuare così? La storia dice di no. Crescono i prezzi del petrolio, siamo negli anni ’70 ed è necessario un ripensamento. Ci affidiamo all’energia nucleare? Il piano energe- tico del 1975 lo prevede. E qualcosa si fa. Ma il disastro nella centrale di Cernobyl in Russia porta nel 1987 a un referendum che blocca questa strada, grazie anche alla contempora- nea diminuzione dei prezzi del petrolio. E il ter- moelettrico cresce.
La liberalizzazione
Negli anni ’90 del secolo scorso il mercato elet- trico viene liberalizzato. Nel contempo si assi- ste ad una crescita della quantità di energia elettrica generata con il gas a scapito di quella creata con il petrolio (scelte di stabilità politica) e di energia importata da produttori che hanno un sovrappiù (la Francia con il nucleare, ad esempio). Ma crescono anche i prezzi. E cre- sce anche la richiesta di energia. Nascono quindi centrali eoliche e si sviluppa il fotovoltai- co. Rinasce anche l’ipotesi delle centrali nu- cleari. Oggi realizzabili con sufficienti garanzie di buon funzionamento, ma con tempi non tali da garantire un approvvigionamento energeti- co veloce (dieci anni? venti anni?). E intanto il costo medio del kilowattora per il cittadino ita- liano è il più alto d’Europa. Eppure la domanda di energia non si ferma, basta vedere quanti condizionatori si installano ogni anno.
Non basta però produrla, bisogna gestirla, e questo è un aspetto davvero importante.
Un tema importante
La questione della gestione energetica è quin- di un tema importante. Nei testi tecnici degli anni ’70 del secolo scorso erano dedicate alla questione poche righe. Un diagramma di cari- co mensile o giornaliero per spiegare che i produttori di energia gestivano le centrali ter-
di Dino Pellizzaro
Un grande, ora ricordato da pochi, ebbe a dire che il progresso umano dipende- va da due fattori. Citiamone qui solo
uno: l’energia elettrica e la sua gestione. Non si può sapere se dare ragione a quel grande, ma certamente l’energia elettrica è stata ed è un fattore importante. Tanto che in Italia, già dal 1883 si costruisce la prima centrale a carbone. Si tratta del complesso di Via Santa Radegon- da a Milano destinato ad alimentare i carichi elettrici estremamente innovativi del Teatro alla Scala. E a chiarire un poco quale possa essere il divario tra Nord e Sud di Italia va detto che la prima centrale idroelettrica italiana viene instal- lata in Sicilia da Luigi Rampolla, dopo che pro- prio nell’isola era già funzionante, a Bagheria, una centrale a carbone costruita da Rosolino Gagliardo. La stessa prima linea ferroviaria na- sce al sud, nel regno di Napoli, per la precisio- ne, prima dell’unità d’Italia. Il bacino idrografico delle Alpi doveva ovviamente farla da padrone, tanto che molti immaginarono che l’energia idroelettrica sarebbe stata sufficiente per i con- sumi del nostro paese. E l’energia era anche a buon prezzo. Inoltre il trasporto e la gestione
erano semplificati da una rete (allora, fine otto- cento inizio novecento) efficiente.
E proprio all’inizio del 900, nel 1904 per la pre- cisione, si diversificano ancora di più le fonti: nasce la prima centrale geotermoelettrica del mondo, a Larderello. Lo Stato non era interes- sato alla gestione di tale tesoro. Chi gestiva il tutto erano privati. Citiamo qui alcune aziende presenti negli anni ’20: Edison-Volta, Sade, Selt, SIP, SME, La Centrale a cui certamente dobbiamo lo sviluppo del settore, settore che peraltro fu oggetto, in particolare nel compar- to idroelettrico, di gravi disastri ambientali che ne frenarono dopo gli anni lo sviluppo.
Anche oggi del resto si discute sull’opportuni- tà della costruzione di grandi dighe (in Cina, ad esempio) costruzione che porta ad effetti particolarmente gravi sul territorio, dal punto di vista ambientale e sociale.
Non che le centrali a carbone siano esenti da problematiche ambientali, naturalmente e vi è chi, oggi, ritiene che le stesse pale eoliche siano un grave errore in fatto di ecologia.
La domanda chiave è: come facciamo a far funzionare il condizionatore?
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attualità elettrotecnica - ottobre 2024 - numero 7
La nazionalizzazione sui giornali













































































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