Page 8 - Attualità Elettrotecnica Settembre 2020
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un cavo
lungo 200 anni
Il cavo è spesso un elemento di impianto poco appariscente e a cui si offre poca considerazione. In realtà ci accompagna sin dalla nascita dell’elettrotecnica, sempre lo stesso e sempre diverso
di Dino Pellizzaro
Aquanto risulta da un testo dell’inizio ‘900, e con il rischio di essere smenti- ti, il primo cavo utilizzato per la tra- smissione di energia elettrica attraverso l’ac- qua fu costruito nel 1830 e servì a un tal sir O’Shawghnessy per un esperimento sul fiu- me Houley. Di lui e del fiume non c’è traccia in Google.
La storia dei cavi quindi è certamente più antica e possiamo dire che 200 anni possia- mo darli a questo importante dispositivo di propagazione dell’energia. E, già che ci sia- mo, utilizziamo una definizione di oltre cento anni orsono, apparsa su un’enciclopedia del 1904:
“Conduttori isolati (detti anche gomene, cana- pi, cordoni), che si usano per la costruzione delle linee di grande portata, principalmente nelle condutture sotterranee subacquee. So- no per lo più formati da un fascio più spesso raggruppati prima in corone, poi coperti con materiale isolante. Qualche volta altresì si tor- ce insieme un certo numero di fasci isolati. Un cavo è composto quindi di un’anima conduttri- ce e di un inviluppo isolante, al quale si ag- giunge frequentemente un rivestimento desti- nato a proteggerlo contro gli accidenti e l’umi- dità”. Come si vede, lasciando perdere lo stile dell’epoca, è chiaro, leggendo la definizione, che di un cavo anche attuale sui tratta. I testi dell’epoca (inizio novecento) si soffermano anche sulla loro fabbricazione. E indicano che il numero e il diametro dei fili che costituiscono l’anima variano a seconda dei casi, che si usano fili molto sottili in fascio se si desidera realizzare un cavo molto flessibile, che la den- sità di corrente “ottimale” per un cavo è di cir- ca 2 o 3 ampere per millimetro quadro. Trovia- mo anche indicazioni sulla tecnologia delle macchine per realizzarli: “i fili sono avvolti so- pra diversi tamburi, poi attortigliati assieme per mezzo di una macchina da fabbricare cor- da, analoga a quella dei passamanieri”. Come si vede, la flessibilità delle macchine, in modo da servirsene per realizzare diverse ti- pologie di prodotti, era già in voga allora. L’uso dei cavi portava a diverse tecnologie co- struttive. Se dovevano essere situati in luogo
Diversi tipi di cavi
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attualità elettrotecnica - settembre 2020 - numero 7
asciutto si rivestiva il rame con inviluppi di co- tone o di seta, coperti poi con nastro bitumato. Al contrario, se dovevano lavorare in luoghi umidi, si preferivano sostanze isolanti come canapa, juta, trecce di cotone, “caoutchouc”, guttaperca ecc. E queste due ultime sostanze erano considerate le migliori. Non si usava il caoutchouc a diretto contatto del rame.
In questo caso si preferiva prima stagnarlo. La guttaperca si applicava a caldo per mez- zo di un torchio idraulico. Infine i cavi veniva- no ricoperti da un’armatura di ferro o d’accia- io o da una guaina di piombo.
Le tecnologie utilizzate dipendevano dal- l’uso, ad esempio, per i campanelli e la tele- grafia si usava il piombo per la guaina.
Tipologie di cavi
A seconda degli usi le soluzioni realizzate era- no diverse. I cavi Siemens, ad esempio, ave- vano involucri di piombo circondato da guaina
isolante coperta da nastri in ferro. Il tutto pro- tetto da un involucro di juta incatramata. Veni- vano usati per linee sotterranee per l’illumina- zione e avevano spesso all’interno un filo iso- lante che serviva da ritorno.
In telegrafia e in telefonia (siamo sempre a fi- ne ‘800) si usavano i cavi Brooks, realizzati con conduttori separati da juta secca e infilati in un tubo di fero che veniva poi riempito d’olio di petrolio. In un tubo di ferro di 4 cm di diame- tro passavano 50 fili telegrafici.
Sempre a cavallo della fine ‘800 inizio ‘900 si utilizzavano, sia per l’illuminazione che per la telegrafia e telefonia, i cavi Berthoud e Borel, per i quali veniva tenuto in alta considerazione l’isolamento. Il conduttore era coperto da ma- teria tessile e veniva avvolto su un tamburo di ferro. Il tutto era impregnato in un bagno di olio di lino ossidato e di resina e infine veniva po- sto in una guaina di piombo, spesso (nel caso di cavi per l’illuminazione) da due.
Cavi Bertoud Borel
















































































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