Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 6

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Come pizzaioli
In questa seconda parte dell’articolo che pro-
pone alcune riflessioni sulle modalità per usci-
re dalla crisi e più specificatamente su come si
possano creare nuovi posti di lavoro, espongo
una situazione – in cui mi sono imbattuto, e
che mi ha fatto riflettere, – che riguarda il rein-
serimento nel lavoro delle persone adulte che
l’hanno perso. Ciò è accaduto qualche giorno
fa, quando sono andato a parlare con il re-
sponsabile di un ufficio pubblico che si occu-
pa anche di questa importante attività. Il no-
stro colloquio – che aveva delle motivazioni
collegate al contenuto di questo articolo – è
stato giustamente interrotto affinché egli si po-
tesse occupare di persone che si trovavano in
questa difficile situazione e che volevano con-
ferire con lui. Alcune con molti anni di attività,
assai disorientate per la loro situazione (inim-
maginabile sino a qualche tempo fa) ed imba-
razzate nella scelta dei corsi di reinserimento
per accedere alla cassa integrazione straordi-
naria, peraltro all’oggi ancora priva di fondi.
Altre, più giovani, che, invece, la scelta l’ave-
vano già fatta e palesavano un certo ottimi-
smo. Per i primi, quant’anche avvilito per loro,
non ho proferito parola; mentre per i secondi,
incuriosito, ho chiesto quale corso stessero
frequentando. Devo dire che l’apprendere
che gli consentiva di diventare pizzaioli, nel-
l’immediato, mi ha sconcertato. Naturalmente
ne ho preso atto, senza commentare.
Robot pizzaiolo
Invece qualche giorno dopo mi sono imbattu-
to in un articolo sul Corriere della Sera intitola-
to “I 6000 pizzaioli che l’ Italia non trova: il set-
tore è in crescita, 50 mila locali. Ottimismo al
Word Show di Parma. L’autorevolezza di Dario
de Vico che ne è l’autore ed il suo contenuto
molto approfondito che descrive un ambito
produttivo della pizza ben diverso da quello
tradizionale in quanto costituito da grandi ca-
tene internazionali volte alla diffusione di un
prodotto tipicamente italiano, mi hanno fatto
ricredere. Mi è restato però un timore e cioè
che la valenza occupazionale di questa attivi-
tà potesse essere messa in crisi dalla robotica
considerato il su citato contesto operativo che
impone un’efficienza ben più alta di quella di
una normale pizzeria. In sostanza mi sono
chiesto se ciò imponesse prima o poi la pre-
senza del robot pizzaiolo, preceduta senz’al-
tro da quella del robot cameriere.
Fattore condizionante
Parlandone spesso ho più volte affermato che
l’automazione, da sempre fattore di sviluppo,
da determinante sta diventando sempre più
abilitante, nel senso che sono tanti i lavori che
in sua assenza non hanno più senso di esiste-
re. Ora aggiungo, usando l’esempio apparen-
temente banale dei pizzaioli, che l’automazio-
ne sta diventando anche fortemente condizio-
nante nella scelta dei lavori da agevolare. In-
vece nel dibattito, assai ampio, sull’occupa-
zione – soprattutto dei giovani – questo aspet-
to non compare ed, a mio avviso, purtroppo le
tante proposte autorevolmente avanzate sono
pura retorica se non illusione. In sostanza non
mi sembra che sulle nuove attività professio-
nali vi siano idee chiare.
Articolo significativo
In tal senso è particolarmente significativo un
articolo comparso sul “Giornale dell’Ingegne-
re” del Prof. Lanzavecchia che condivido to-
talmente per ogni considerazione che vi è
contenuta e che, relativamente a quanto so-
pra asserito afferma: “Del resto il prossimo
quarto di secolo vedrà le macchine sostituire
l’uomo praticamente in tutte le attività manuali
e d’ufficio, fisiche ed intellettuali. Una quantità
di studi ed analisi conferma questo ineludibile
processo discutendo di tecnologie dirompen-
ti e mostrando come le macchine stiano sosti-
tuendo l’uomo”. Considerazioni rinforzate da
questa sintesi di quanto avvenuto sino ad ora:
Dalla seconda metà del secolo scorso scien-
ze e tecnologie fisiche meccaniche, chimiche,
biologiche, informatiche e le loro “macchine”
hanno ridotto l’occupazione di attività artigia-
nali industriali e di servizi e stanno sostituendo
una quantità di attività lavorative e operatori,
come dattilografi addetti alla stampa e tanti al-
tri quali i raccoglitori di frutta e cotone e gli
di Leonardo Maccapanni
Seconda parte
a
ttualità
e
lettrotecnica - maggio
2013
- numero
4
operatori delle più diverse attività comprese
quelle sofisticate, quali i chirurghi. Nel con-
tempo l’autore – e questo si collega al mio di-
scorso sulla riconversione – evidenzia che:
Convertire chi lavora ad attività del tutto nuo-
ve, e a non svolgere quelle per le quali era
stato ed è formato, è difficile; pertanto si os-
serva – e sarà indubbiamente crescente –
una resistenza che potrebbe rallentare, an-
che pesantemente, questo processo di sosti-
tuzione. Ma soprattutto pone l’accento su un
aspetto che può essere pericoloso e che so-
no, purtroppo convinto, che in Italia si deter-
minerà: Se dovesse vincere, in certe aree so-
ciali e in certi paesi, il rifiuto al cambiamento,
questo accadrebbe altrove comunque e nei
termini dettati dall’evoluzione tecnologica e
scientifica: chi non i tenesse il passo sarebbe
emarginato e progressivamente declassato.
Vi è un omissione
Infine riporto queste considerazioni oltre mo-
do importanti: Tuttavia la sostituzione dell’uo-
mo con macchine richiede di disporre delle
macchine – affidabili, flessibili e modificabili,
con costi i inferiori a quelli del lavoro umano
– e di uomini capaci di usarle gestirle, e so-
prattutto farne il loro strumento di lavoro.
Chi non è o non sarà in grado di usarle, pur-
troppo prima o poi sarà espulso dal mondo
del lavoro e solo i gruppi sociali ed i paesi
che saranno in grado di adattarsi a questa
evoluzione potranno competere – e così i lo-
ro cittadini – con le economie emergenti e
mantenere, e anzi accrescere, il loro reddito.
Che però, a mio avviso, non tiene conto di un
aspetto particolare che affronterò nel prossi-
mo articolo. Termino queste note con la noti-
zia confortante che negli Stati Uniti sta tor-
nando dalla Cina la produzione manifatturie-
ra poiché, per i crescenti costi di trasporto
marittimo ed aumenti salariali locali, è conve-
niente riportare a casa la produzione, natu-
ralmente perché essa è altamente automatiz-
zata e l’uomo è sostituito dai robot.
Ed al riguardo l’industria italiana dei distretti
industriali sta contribuendo con i propri pro-
dotti di alta qualità.
L’automazione, da fattore determinante
per lo sviluppo sta diventando sempre
più abilitante per le più disparate
attività e ciò condizionerà
pesantemente la scelta dei
posti di lavoro da incentivare
Come usciredalla
crisi
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