Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 28

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ttualità
e
lettrotecnica - novembre
2011
- numero
9
1
La pagina dell’Unae
Venti Ohm
C’
era una volta un DPR che prescriveva ...
Potrebbe cominciare così la “favola” presenta in alcuni progetti e ca-
pitolati che prevede il rispetto del valore di 20
relativo al coordina-
mento delle protezioni con l’impianto di terra.
Correva l’anno 1955 e il DPR 547 (Art. 326. Dispersore per la presa di
terra” prescriveva: “Il dispersore per la presa di terra deve essere, per
materiale di costruzione, forma, dimensione e collocazione, appro-
priato alla natura ed alle condizioni del terreno, in modo da garantire,
per il complesso delle derivazioni a terra una resistenza non superio-
re a 20 Ohm per gli impianti utilizzatori a tensione sino a 1000 Volta
[…]”. Il legislatore, in assenza di dispositivi di protezione a corrente
differenziale, si affidava ad un valore di resistenza di terra ritenuto ac-
cettabile per la protezione delle persone.
Sappiamo bene che il coordinamento con i dispositivi di protezione a
massima corrente non sa-
rebbe stato facilmente
realizzabile.
Nel 1955, epoca del-
l’emanazione del DPR
547, gli interruttori diffe-
renziali non erano ancora
in commercio; se avessi-
mo dovuto anche allora
tenere conto della tensio-
ne di contatto convenzio-
nale di 50 V, il valore della
resistenza avrebbe dovu-
to assumere valori al di
sotto dell’ohm; infatti, per
interruttori magnetotermi-
ci da 16 A (ad esempio),
la corrente di intervento
entro 5 s avrebbe assunto
un valore di circa 80 A e,
conseguentemente, il va-
lore della resistenza di
terra avrebbe dovuto es-
sere minore di 0,625
. Il
valore di 20
previsto dal DPR 547 aveva pertanto il solo pregio di
realizzare impianti di terra con valori di resistenza bassi, al fine di fa-
vorire il più possibile la sicurezza. Oggi, con l’uso dell’interruttore dif-
ferenziale, è possibile migliorarla ulteriormente... sperando di essere
stato esaustivo!
L’introduzione dei dispositivi a corrente differenziale, pertanto, ha reso
vano il rispetto legislativo. Per dover di cronaca ricordiamo che sull’ar-
gomento era intervenuta più volte la Corte di Cassazione (con varie
sentenze), la quale affermava che gli impianti elettrici si considerano
eseguiti a regola d’arte se realizzati secondo le norme CEI (Legge
186/68), rendendo di fatto non sanzionabile il datore di lavoro che non
ottempera ai dettami del DPR 547 del 1955, quando il livello di sicu-
rezza sancito dalle Norme CEI ha di fatto superato le prescrizioni del-
lo stesso DPR! Oggi, peraltro, l’obbligo è venuto a seguito dell’abro-
gazione del DPR 547/1955.
Come si esegue il coordinamento dell’impianto di terra con i dispositi-
vi a corrente differenziale?
Nei Sistemi TT, la Norma Cei 64-8 prescrive il rispetto della condizione:
R E · I dn
U L
dove:
R E è la resistenza del dispersore in ohm;
I dn è il valore della corrente nominale differenziale in ampere.
Secondo quanto indicato dalla Norma Cei 64-8, infatti, nei Sistemi TT il
coordinamento è realizzato utilizzando dispositivi di protezione a cor-
rente differenziale; “per ottenere selettività con i dispositivi di protezione
a corrente differenziale nei circuiti di distribuzione è ammesso un tempo
di interruzione non superiore a 1 s”.
L’impianto di terra è normalmente costituito da un dispersore intenzio-
nale (ad es. i picchetti di terra e/o una treccia interrata), un dispersore
naturale (i collegamenti dei ferri di fondazione) ed i collegamenti equi-
potenziali. La descrizione delle modalità costruttive degli impianti di
terra sono descritti dalla Guida Cei 64-12, mentre la Guida Cei 64-14
– in accordo con le prescrizioni normative della Norma Cei 64-8 – for-
nisce le istruzioni per l’esecuzione della misura della resistenza di ter-
ra. Non solo. La guida descrive anche le verifiche agli altri componen-
ti dell’impianto di messa a terra al fine di garantire la sicurezza delle
persone contro i contatti indiretti.
LEGENDA
DA = Dispersore intenzionale
DN = Dispersore di fatto
CT = Conduttore di terra
EQP = Conduttore equipotenziale principale
EQP = Conduttore equipotenziale supplementare
PE = Conduttore di protezione
MT = Collettore (nodo) principale di terra
M = Massa
ME = Massa estranea
Fatta questa premessa, in quanti casi si misurano valori più elevati di
20
(con l’eccezione di terreni con alta resistività, come ad esempio
i terreni rocciosi)? Se consideriamo l’installazione di interruttori diffe-
renziali da 30 mA, il coordinamento è sicuramente soddisfatto (R E do-
vrà essere minore di 1.667
). Non commettiamo, però, l’errore di da-
re per scontata la misura della R E , ovvero, l’installazione di soli diffe-
renziali da 30 mA!
a cura di Antonello Greco, Direttore del Notiziario
AIEL IRPAIES
Fig.1: una vecchia copia delle “Norme
per la prevenzione degli infortuni
sul lavoro” (DPR 547/1955).
Figura 2: Esempio di collegamenti di un impianto di terra
(Guida Cei 64-14:2009-09).
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