Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 5

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ttualità
e
lettrotecnica - luglio/agosto
2013
- numero
6
5
La stessa scuola
Come preannunciato, questo arti-
colo, in cui si ipotizza una scuola
per installatori, è la continuazione
del precedente intitolato “La mia
scuola”. Nel primo si sono com-
mentate le dichiarazioni di un im-
portante imprenditore; in questo
lo si fa con quelle di un rappre-
sentante degli installatori. Per le
prime ho scritto che esse delinea-
no l’installatore 3.0, per le secon-
de, sempre nell’articolo prece-
dente, ho anticipato che si è re-
stati all’installatore 0.0. Ora, prima
di approfondire le motivazioni che
mi portano a questa conclusione,
preciso che la scuola che richia-
mo in entrambi (intendendola co-
me rispondente ad una concezio-
ne più avanzata dei servizi che
deve fornire e come luogo struttu-
rato per fornirli) altro non è che il Polo Tecnico
industriale e professionale di Treviglio. Cioè il
luogo dove è allocato il modello concreto di
casa domotica, definita come “Casa Attiva”
già disponibile nella sua versione base dotata
dell’impianto protodomotico e del sistema di
predisposizioni relativo a tutte le funzioni al-
l’oggi disponibili. Come è testimoniato dalla
foto posta a lato che, visivamente, fornisce le
prime informazioni sulle sue particolarità. Ap-
profondimenti più adeguati saranno contenuti
in prossimi articoli. In questo, invece, ritornia-
mo alle affermazioni del rappresentante degli
installatori per comprendere se e come que-
sta realizzazione, da me definita come “casa
cantiere & laboratorio” sarà utile per l’installa-
tore del futuro.
Provincia di Bergamo
Come già precisato nell’articolo precedente le
due considerazioni a cui mi riferisco sono
comparse in due distinti articoli pubblicati sul-
l’Eco di Bergamo. Quello in questione ha que-
sto titolo: “Se serve una laurea per impiantisti.
Rischiano in 30 mila”. Che in realtà è solo una
frase ad effetto in quanto per i laureati in inge-
gneria fare gli installatori di impianti è una
possibilità remota. La laurea è soltanto il titolo
di studio più elevato che la legge prevede nel-
l’elencazione dei requisiti necessari per farlo.
Siccome, spesso, i titoli degli articoli sono vo-
lutamente altisonanti, diamogli poca impor-
tanza. Circa i 30 mila installatori che rischiano,
invece, è un loro rappresentante che lo de-
nuncia. E questo numero, non di poco conto,
riguarda solo la Provincia di Bergamo. Infatti
l’articolo inizia con numeri ben più alti poiché
si riferisce a tutto il territorio nazionale dal mo-
mento che denuncia che: “Da agosto in tutto il
Paese 80 mila imprese rischieranno di chiude-
re e 200 mila lavoratori dovranno cominciare a
guardarsi intorno alla ricerca di un nuovo lavo-
ro”. L’articolo, poi, prosegue precisando che
questa drammatica situazione si prospetta
per il settore delle imprese che si occupano di
installazione di impianti nel settore delle ener-
gie rinnovabili (fotovoltaico, solare termico,
pompe di calore e geotermia). Per poi chiarire
che la causa è il decreto legislativo 28 del
2011 che modifica i requisiti richiesti per poter
installare questi impianti. Infine entra nel meri-
to specificando che, mentre finora era richie-
di Leonardo Maccapanni
sto un diploma di scuola dell'obbligo e un perio-
do di formazione di cinque anni maturata sul
campo, adesso le cose vengono cambiate dal
decreto. In particolare esso non permette agli
operatori (con i requisiti della lettera d) del de-
creto n.37/2008) di continuare a lavorare e im-
pedisce loro di seguire corsi di aggiornamento
dal momento che il titolo di studio richiesto per
accedervi sarà o laureato o quello di perito in-
dustriale o il percorso professionale certificato
dalla Regione. Situazione definita assurda da
tutti i rappresentanti di categoria in quanto fini-
rebbe per creare una nuova categoria di “eso-
dati”. Per tutte queste affermazioni contenute
nell’articolo è ragionevole ritenere che siano
state suggerite dal rappresentante di categoria
che di suo, riferendosi alla Provincia di Berga-
mo, afferma: “Tensione a livello bergamasco
dove rischiano di chiudere quasi 10 mila impre-
se; ciò vuol dire che almeno 30 mila operatori ri-
marrebbero senza lavoro. Una situazione incre-
dibile: significa che da un gior-
no all’altro un impiantista che
lavora da venti anni viene rite-
nuto dalla legge non più ido-
neo. Il tutto risulta ancor più in-
concepibile se si considera
che siamo sempre molto atten-
ti nella formazione dei nostri
operatori e organizziamo corsi
continui per assicurarci che tut-
ti rimangano al passo con le ul-
time innovazioni. Impossibile
che la legge diventi effettiva: si-
gnifica far morire un intero set-
tore per motivi che non hanno
senso di esistere”.
È proprio così
Vista così la situazione è
drammatica. Oltre tutto assai
ingiusta. Considerato che le
associazioni di categoria si
preoccupano di aggiornare i
loro iscritti – sostanzialmente costituiti nella
stragrande maggioranza da installatori con re-
quisiti da lettera d) – per cui sono perfettamen-
te in grado di operare sull’impiantistica defini-
ta nel decreto. Così come, se tanto mi da tan-
to, lo saranno se gli sforzi che alcuni – ed io
sono tra questi – stanno facendo nella domo-
tica sociale determinerà una sua diffusione.
Basterà fare qualche corsetto e tutto si risolve.
Mentre degli sciocchi si ostinano a frequenta-
re i corsi nell’istruzione tecnica e professiona-
le statale e nella formazione professionale re-
gionale, quando basterebbe loro un diploma
di scuola media e qualche anno di attività pra-
tica come dipendenti. Ed infine, io addirittura
mi avventuro nel Progetto “Casa Attiva” e rea-
lizzo un apposito laboratorio formativo per tut-
ti quei corsi di studi sopra elencati. Ho torto
io? No assolutamente poiché la mia storia vie-
ne da lontano. Dalla Legge 46/90 per il ruolo
che vi ho avuto. Per cui sono testimone diretto
di tante cose che mi fanno dire, e questo lo
vedremo nel prossimo articolo, che nulla può
essere più come prima. E non perché lo dice
un decreto; ma piuttosto perché è l’evoluzione
tecnologica che lo esige.
Il D.lgs 28/2011 che modifica i requisiti per l’installazione
privilegiando la formazione professionale alla mera
pratica è arbitrario o preveggente?
La
scuola
per gli installatori
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