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Contributo Lovato al nuova progetto del Museo Caffi di Bergamo

Qualche centinaio di anni fa, nelle scuole si insegnava la scienza con l’utilizzo di sfere armillari la teoria geocentrica (quella che pone la terra al centro dell’universo) e contemporaneamente quella eliocentrica (che invece pone il sole al centro) perché era giusto dare riscontro di entrambe, mantenendosi però equidistanti, in attesa che la scienza fosse in grado di provare quale di queste fosse quella valida. Queste sfere armillari, di grandissimo valore storico e questo approccio didattico, sbarcano al Museo di Scienze Naturali Enrico Caffi di Bergamo, in una nuova sezione dal titolo “Stupire, incuriosire, spiegare”.  Oltre 100 strumenti scientifici in mostra, un modo di fare didattica della scienza che ha consentito a Bergamo di influire in modo importante sulla divulgazione scientifica del nostro Paese, grazie a personalità come Lorenzo Mascheroni, Giovanni Maironi da Ponte, Giovanni Albrici: tutto questo patrimonio, risalente al XVIII e XIX secolo, irrompe nel Museo di Scienze Naturali di piazza Cittadella, dopo anni di magazzino e di restauri.  Fucili ad aria compressa che si caricano a manovella, banditi al tempo perché silenziosi e quindi disonorevoli, un esemplare di pila gemello di quello che Alessandro Volta presentò a Napoleone nei primi del ‘800; strumenti per comprendere e insegnare il moto dei pianeti, tra i quali mancano ancora Urano e Nettuno, che non erano ancora stati scoperti, e tanto altro ancora. Un percorso di grande fascino e interesse culturale e scientifico, parte della collezione di strumenti del Liceo Sarpi di Bergamo e acquisita dal Museo Caffi negli anni ’70.  Lovato Electric ha contribuito al restauro, all’allestimento e alla realizzazione di questo progetto, unico in Italia per bellezza e completezza, l’azienda bergamasca ha dimostrato grande sensibilità sul tema, affine alla sua mission soprattutto grazie alla presenza di numerosi strumenti sull’elettrostatica e l’elettromagnetismo.

 

16.01.20