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Geotermia in Italia, uno stallo

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo rapporto sugli Indicatori di efficienza e decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e del settore elettrico dichiara che: “Le fonti di energia rinnovabile prevalenti sono state storicamente quella geotermica e idroelettrica che dal 1990 al 2000 rappresentavano più dell’80% del consumo interno lordo di energia rinnovabile. La restante quota era soddisfatta principalmente da energia proveniente da biomasse e rifiuti”. Ispra riferisce altri dati secondo i quali i la quota attuale di energia da biomasse e rifiuti rinnovabili è pari al 45,8%, costituita da biomasse al 93,7%. Nel 2020 energia solare (termica e fotovoltaica) e energia eolica rappresentano valori significativi: il 13,6% del consumo di energia rinnovabile. Il consumo interno lordo soddisfatto da fonte geotermica era pari a 2.971 ktep nel 1990 ed è cresciuto fino ai 5.343 ktep del 2020. La quota geotermica mostra quindi un andamento crescente nel lungo termine fino a un valore pressoché costante negli ultimi anni, poco superiore al 2% Secondo Ispra rimane evidente l’importanza della produzione geotermoelettrica, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche per le caratteristiche di questa fonte rinnovabile che è capace di fornire la potenza di carico di base che può bilanciare l’energia rinnovabile variabile come il sole e il vento: la sua produttività h24, 7 giorni su 7, la rendono altamente complementare alle fonti rinnovabili intermittenti. Rimangono, sempre secondo Ispra, da superare le strozzature, per tutte le fonti rinnovabili e per la geotermia in particolare, che negli ultimi anni hanno prodotto un sostanziale stallo per quanto riguarda i nuovi impianti installati.

 

17.08.22