Lo Stupa è uno dei simboli più rappresentativi della filosofia buddhista. Si tratta di un monumento religioso che accoglie le reliquie e gli elementi di insegnamento del Buddha e che, con la sua forma perfetta, esercita una profonda influenza spirituale sui visitatori e su quanti abitano nelle vicinanze. Uno dei più conosciuti è quello di Boudhanath, in Nepal, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario dalla proclamazione di Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco. Nell’aprile 2015, il violento terremoto che ha colpito il Nepal ha abbattuto anche questo simbolico edificio e il guru Gong Qiao ha lanciato un appello per la sua ricostruzione mentre i discepoli della Guru Banma Charity Foundation si sono fatti carico della illuminazione del nuovo complesso. Dall’alto, lo Stupa di Boudhanath si presenta come un grande mandala, una forma geometrica che ne contiene molte altre e che, nella cultura vedica, costituisce una rappresentazione simbolica del cosmo. Come in tutti i mandala tibetani, anche qui vi sono quattro Buddha dhyāna (le costruzioni con gli occhi del Buddha) che segnano i quattro punti cardinali, mentre il quinto, Vairocana, è collocato al centro, sull’emisfero bianco della cupola. I numeri dei vari elementi che compongono il complesso architettonico non sono casuali: i cinque Buddha sono la personificazione dei cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria ed etere) e i nove livelli dell’edificio rappresentano invece il leggendario Monte Meru, che la mitologia induista e buddista vuole situato al centro del cosmo. I 13 anelli della piramide che sovrasta la torre riproducono il sentiero verso l’illuminazione o “Bodhi”, termine da cui prende il nome questo Stupa. Infine, alla base dell’emisfero della cupola sono posizionati due plinti circolari di sostegno, che simboleggiano l’acqua. L’intervento illuminotecnico, che ha riguardato l’esterno dello Stupa è stato realizzato con apparecchi iGuzzini, ed ha avuto come primo obiettivo la creazione di un effetto di luce omogenea e uniforme, che facesse risaltare la struttura nel paesaggio senza aggiungere inquinamento luminoso. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’impiego di proiettori Maxiwoody installati su palo e collocati ai quattro lati dell’edificio. Questi apparecchi di illuminazione a luce diretta montano ottiche spot di 12° corredate da schermi cilindrici antiabbagliamento e puntate a diversa altezza per illuminare la cupola. La torre quadrata, sormontata dalla piramide a 13 livelli, e il baldacchino dorato, incarnazione dell’elemento dell’aria, sono stati invece evidenziati dalla temperatura colore di 3000 K, la stessa utilizzata anche per la grande guglia dello Stupa, simbolo dell’etere.
20.01.20