martedì , 23 Aprile 2024
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Kyoto Club e Legambiente sul riscaldamento degli edifici

Mai come in questo momento, anche in considerazione dei dati pubblicati nell’ultimo report dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, si fa tanto urgente la necessità di affrontare e trovare soluzioni concrete ai temi dell’energia. È di fondamentale importanza sviluppare un piano per incentivare l’abbandono dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. Per fare questo però bisogna fornire un supporto economico ai cittadini, soprattutto quelli con un reddito medio e basso. È quanto sostengono Legambiente e Kyoto Club, sottolineando la necessità di fermare la diffusione di impianti di riscaldamento da fonti fossili in Italia. In Italia, secondo lo studio “Dal gas alle rinnovabili” realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club la principale fonte energetica impiegata nel nostro Paese per il riscaldamento è il gas fossile (59,5%) utilizzato nelle caldaie tradizionali. Il 28% le biomasse solide come legname e cippato e 8% prodotti petroliferi, soltanto l’1% è rappresentato da soluzioni elettriche e dall’energia solare. Secondo la Commissione europea, gli edifici nell’Ue sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il piano inizialmente approvato nel 2021 che prevedeva la ristrutturazione annua del’1% o 2% degli edifici non basta per de-carbonizzare e rendere efficiente il parco immobiliare Ue entro il 2050. Per raggiungere l’obiettivo è richiesto un tasso annuo di rinnovamento almeno del 3%, questo potrebbe evitare emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di CO2 al 2030. Per raggiungere questi obiettivi Kyoto Club e Legambiente hanno presentato il position paper “Eliminazione dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento in Italia” con lo scopo di mostrare che le alternative ai sistemi di riscaldamento vecchi, costosi e inquinanti esistono  eccome. Serve solo la volontà politica di guidare e accelerare la transizione ecologica. Queste sono alcune tra le richieste che le due Associazioni avanzano: il ripristino della cessione del credito, dello sconto in fattura e l’istituzione di sistemi incentivanti che prevedano anche meccanismi di premialità rispetto ai risultati conseguiti; politiche di deep renovation del patrimonio edilizio italiano che puntino a renderlo più efficiente dal punto di vista energetico attraverso il salto dalle classi più basse a quelle più alte, come la A o la B; lo stop agli incentivi alle caldaie fossili a partire dal 1 gennaio 2024, come disposto dalla revisione della Direttiva EPBD recentemente approvata dal Parlamento Ue; politiche che promuovano la sostituzione, a partire dal 2025, delle caldaie dismesse con sistemi di riscaldamento sostenibili; che amministrazioni comunali e regionali diventino attori di primo piano, attraverso delibere e regolamenti, nel processo di transizione ecologica del settore dei riscaldamenti; lo sblocco degli iter autorizzativi per il settore delle rinnovabili.

 

24.05.23