mercoledì , 24 Aprile 2024
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Quali lavori futuri?

Questo articolo riprende, ampliandolo, il tema del lavoro futuro già affrontato in precedenti articoli, per ribadire come è condizionante il diffondersi dell’automazione

Previsioni azzardate?
“ I nuovi lavori del futuro ? Ci saranno ma non so dire quali. Con la rapidità e le dimensioni dei cambiamenti in atto, chi fa previsioni a dieci anni mente agli altri e a se stesso. “ Considerato che in parecchi miei articoli pubblicati su Attualità Elettrotecnica News, legati a vario titolo all’ automazione, mi sono cimentato in previsioni, leggendo questa affermazione sull’ inserto domenicale “ La Lettura” del Corriere della Sera mi sono sentito spiazzato. Anche perché l’ individuazione dei nuovi lavori del futuro è uno degli aspetti più importanti del mio progetto finalizzato all’ uso sociale della domotica; che è iniziato nel 2002 e che, nel tempo, si è evoluto. Infatti si è partiti dall’ automazione della casa, per poi proseguire con la robotica di servizio alla persona; per arrivare, infine, alla smart city, specificatamente per quei suoi aspetti che attengono al sociale. Percorso, peraltro, preconizzato dal Prof. Somalvico nel suo intervento di introduzione intitolato “ Domotica, robotica ed urbotica” nel convegno del 2002 da cui partì il suddetto progetto. Che è un esempio lampante del fatto che le previsioni di alto livello sono sempre oltremodo attendibili. Peraltro non poteva essere altrimenti considerato che egli – prematuramente scomparso pochi mesi dopo – era Professore di Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano. E, soprattutto, uno dei grandi dell’ automazione.

Una mia previsione
Restando in argomento , devo precisare che anche nell’ articolo pubblicato sul numero precedente di questa rivista intitolato “Smart City: di tutto e di più” ho fatte alcune previsioni sul 2030, basandomi su altre tre specifiche ed oltremodo attendibili. La prima è dell’ ISTAT sull’ aumento della popolazione anziana. La seconda di un autorevole futurologo contenuta in una sua ricerca sull’ evoluzione della tecnologia. Mentre la terza l’ ho appresa leggendo un articolo pubblicato su un altro inserto del Corriere della Sera. Si trattava di “ Sette” e vi si prevedeva come sarebbe stata nel 2030 una giornata tipo di un giovane trentenne e della sua anziana madre. Descrizione da cui emerge il positivo condizionamento della tecnologia, in particolare della domotica e della robotica, e da cui ho tratto lo spunto per quel patto generazionale sull’ automazione da me annunciato nel su citato articolo e che ho raffigurato con una specifica vignetta.

E’ necessario prevederli
Su cui compare l’ indicazione stradale : Polo Tecnico Professionale. Che non è per nulla generica, poiché si riferisce alla scuola all’ interno della quale si svolge il suddetto progetto che è denominato “Casa Attiva” e che è stato ampiamente esposto in articoli precedenti. Siccome i suoi corsi di studi e le specializzazioni presenti sono tutte attinenti all’ automazione, nell’ ambito del progetto è indispensabile prevedere i nuovi lavori del futuro per poter fornire a tutti gli allievi la preparazione più adeguata. E nel farlo ho la convinzione che non vi è il pericolo paventato dall’ autore dell’ articolo. Il motivo discende dal fatto che, operando in una scuola in cui si preparano figure professionali che lavoreranno nell’ automazione – nella sua produzione, installazione, manutenzione e quant’ altro – costoro non potranno mai essere emarginati dalla sua progressiva diffusione poiché questo è il loro compito. Ma affinché lo possano svolgere al meglio ritengo opportuno occuparmi della formazione scolastica dei futuri diplomati del Polo, poiché, essendo sopravvenuti radicali cambiamenti dei programmi, è opportuno valutare se e sino a qual punto sono positivi. Non nascondo, infatti, il timore che l’eccessiva attenzione al nuovo che avanza venga a penalizzare l’esistente consolidato costituito dalle componenti elettriche e meccaniche dell’ automazione per un eccesso di attenzione verso la tecnologia dell’ informazione.

Ambito ben più ampio
Che è l’ ambito a cui fa specifico riferimento il giornalista del Corriere che, in quanto validissimo corrispondente del quotidiano, ha informato i lettori su ciò che ha visto in importanti manifestazioni negli Stati Uniti; tutte attinenti alla tecnologia dell’ informazione. Partecipazione che è chiaramente deducibile da questa sua affermazione che segue quella riportata all’ inizio dell’ articolo : L’unica cosa certa, quella che abbiamo toccato con mano nel nostro viaggio nell’universo digitale dal Mit alla Silicon Valley, è che con la crescita esponenziale della tecnologia aumenterà anche il numero di mestieri e professioni inghiottiti dall’automazione”. Ribadendo tutto ciò l’ autore – che è Massimo Gaggi, corrispondente del Corriere negli Stati Uniti – dimostra di aver colto il punto cruciale della questione. A differenza di tanti altri che nei loro articoli comparsi su diversi organi di informazione hanno, invece, enfatizzato solo gli aspetti spettacolari legati all’ elettronica di consumo.

Difendersi dai robot
In sostanza egli ha individuato nei robot gli avversari con cui fare i conti. Ed, al riguardo, il titolo dell’articolo “Solo l’idraulico batterà il robot” fornisce un messaggio chiaro ed inequivocabile a cui, aggiungo, io – e sarà il tema di prossimi articoli – che anche l’elettricista ha grandi potenzialità al riguardo. Può sconcertare, invece, il primo sottotitolo : “Commercialisti addio, resistono i mestieri manuali”, in particolar modo per quanto attiene i primi, considerato che, all’ oggi, il lavoro non gli manca. Mentre per i secondi – personalmente penso in ambiti di nicchia dove conta la creatività – non c’ è robot che li minaccia ma piuttosto potranno utilizzarlo come un utile assistente. Purtroppo veritiero è l’ altro sottotitolo : “Ma la politica non capisce l’ automation tsunami ”. Al riguardo, in tutti questi anni, ho avuto occasione di contattare dei politici e posso confermarlo. Con l’ aggravante che costoro, nella stragrande maggioranza dei casi, ricoprivano cariche pubbliche nazionali e locali, a vari livelli. Devo dire che non sono mancati gli elogi, di cui mi interessa ben poco. Quello che vorrei, invece, è un concreto sostegno – reso possibile dalle cariche da loro ricoperte – che invece non ottengo mai poiché quanto propongo è a favore della collettività e non dei loro interessi, che non sempre sono legittimi.

0214-06