Prima parte – Una caratteristica indispensabile per una più efficace preparazione professionale
Nuovo Stabilimento ABB SACE
Nell’articolo del numero precedente ho allertato le figure professionali elettriche sul pericolo di sentirsi, prima o poi, inutili qualora non si aggiornino su quanto accade nell’automazione piuttosto che nelle smart city. Nel contempo ho anche anticipato che su questo articolo avrei parlato dell’inaugurazione del nuovo stabilimento ABB SACE a cui ho partecipato. Evento che ho definito da “Orgoglio Elettrotecnico” che è una specie di bollino di qualità che io attribuiscono a fatti o situazioni di grande rilevanza per la filiera impiantistica. Ma il parteciparvi mi ha riportato, anche, indietro nel tempo, facendomi rivivere le occasioni in cui mi sono avvalso della collaborazione dell’ABB.
Convegni
Al di la dei normali rapporti in quanto progettista d’impianti, mi riferisco ai tantissimi convegni che ho tenuto su tutto il territorio nazionale, a partire dal 1992, aventi come tema il D.P.R. 447 – che fu il regolamento di attuazione della legge n. 46/90, attualmente decreto n.37/2008 – che vennero organizzati da varie aziende impiantistiche. Quelli che ricordo con maggior soddisfazione sono proprio i convegni con l’ABB. Inoltre, nel 2002, fu anche tra gli sponsor del convegno tenutosi al Palazzo Visconti di Brignano in cui il Prof. Antonio Guidi ci esortò ad intraprendere una iniziativa paradigmica per il tutto il territorio nazionale. Nella circostanza l’ABB presentò il suo Progetto Abrì che riguardava due case domotiche con funzioni di “Laboratorio per l’autonomia” progettato dall’Arch. Giovanni Del Zanna la cui collaborazione è fondamentale anche per il progetto conseguente all’esortazione del Prof. Guidi.
Progetto “Casa Attiva”
Il Progetto “Casa Attiva” è iniziato con la realizzazione di un modello di casa – già oggetto di precedenti articoli – in cui la domotica installata è stata fornita gratuitamente dall’ABB. Lo stesso è avvenuto da parte di altre aziende per tutte le ulteriori componenti che si sono rese necessarie. Su questa casa, sulle modalità realizzative e sulle finalità, entrerò nel merito nel prossimo articolo in quanto è il primo risultato concreto di quel processo di simbiosi scuola-industria citato nel titolo.
Attività di docente
Il mio contatto con la SACE – allora l’ABB non era ancora presente a Bergamo – è antecedente. A motivarlo fu la richiesta di pubblicazioni tecniche da usare nel mio insegnamento di impianti elettrici presso l’ITIS di Treviglio i cui programmi – sulla base della mia esperienza di progettista – dovevano essere rinnovati dando il maggior spazio possibile alla media e bassa tensione. Mentre all’oggi il motivo del mio nuovo contatto con questa prestigiosa azienda – ora diventata ABB SACE – è di fatto sempre lo stesso: l’avvenire professionale dei giovani studenti. Allora riguardava gli studenti dell’ITIS di Treviglio dove ho insegnato sino al 1988. Ora, invece, si aggiungono quelli che vi frequentano la Formazione Professionale di Stato e Regionale, i Corsi serali e l’Educazione per Adulti. Per cui in questa scuola si diplomano tutte le figure professionali della filiera impiantistica. In essa sono ritornato nel 2005, stante la sua eccellenza nella robotica, per iniziare il Progetto “Casa Attiva” che è un progetto sociale con una forte componente formativa. Per attuarla, cominciando dalla domotica, è previsto un Centro di Trasferimento Tecnologico di Automazione Diffusa che coinvolgerà i giovani studenti e gli installatori che vogliono essere informati e formati affinché non accada loro di sentirsi inutili come denunciato nell’articolo precedente.
Un unico ambito: la smart city
Entrando nel merito dell’inaugurazione dello stabilimento ABB SACE non mi soffermerò – come invece meriterebbero – su quanto di tecnicamente entusiasmante ho visto visitando lo stabilimento o sullo spettacolo alla fine della serata. Preferisco, invece, esprimere la sensazione che ho provato ascoltando gli autorevoli esponenti dell’ABB, sensazione che si basa sulla mia conoscenza dei numerosi ambiti su cui opera, poiché li ho percepiti tutti armonicamente inseriti nell’ambito della smart city. In cui è indubitabile che le figure di cultura elettrica hanno un grande spazio operativo. E questo è oltre modo positivo per i giovani se adeguatamente formati. Ambito, però, che a mio avviso ha una grave lacuna che non manco mai di evidenziare nei dibattiti che seguono gli incontri o i convegni sulle smart city affermando: come fa la città ad essere intelligente se le abitazioni sono ignoranti?
Nel senso che ignorano le esigenze di benessere di chi vi abita perché sono prive di domotica. Il mio progetto vuole dare un contributo per ovviare a ciò. E l’ABB vi svolge un ruolo determinante. Come vedremo nel prossimo articolo.
0914-06