Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 49

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ttualità
e
lettrotecnica - novembre
2011
- numero
9
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La professionalità fa la
competitività vincente
I
l dottor Albert Schweitzer, rifiutò a suo tempo, sollevando molte po-
lemiche, i macchinari che gli venivano offerti per edificare il nuovo
ospedale, affermando che la costruzione doveva avvenire secondo
la tradizione africana, in modo tradizionale, cioè a forza di braccia, e
comunque doveva mantenere le tradizioni locali. Il famoso dottore te-
meva giustamente, che gli effetti di una evoluzione tecnologica in una
società impreparata a riceverla, avrebbe finito per provocare un grave
trauma alla cultura tradizionale.
Il “vecchio” viene rimpiazzato
ogni giorno
Ma le cose oggi, sono cambiate, è impossibile, più che impensabile, che
la costruzione di un ospedale moderno che non disponga di apparec-
chiature elettroniche, climatizzazione, ascensori, eccetera, e vale anche
per tutto quello con cui abbiamo a che fare, dall'abitazione al posto di la-
voro, perché difficilmente il mondo rinuncerà al telefono, alle autovetture,
alle medicine, e a tutte quelle cose che usiamo quotidianamente.
E questo vivere, sta accelerando sempre di più, e ogni giorno vediamo
cose che ”spariscono”, che vengono espulse dalla realtà e rimpiazzate
da nuovi prodotti, nuovi servizi, nuove utilità e necessità. Il glorioso ma
vecchio elettrodomestico, oggi non è più riparabile, sempre meno tecni-
ci hanno le conoscenze per ripararlo, e non si trovano più i pezzi di ri-
cambio. E' inevitabile quindi sostituirlo con uno nuovo che meglio funzio-
na, ha più prestazioni, è più affidabile e confortevole. Siamo così risuc-
chiati dagli ingranaggi di una macchina, che non ci
lascia spazio e porta traumi più o meno irreversibi-
li nella cultura nostra e di coloro che ci stanno in-
torno. E' impossibile fossilizzare lo stato della no-
stra società. Si va quindi incontro a un sistematico
superamento degli attuali confini, verso una civiltà
mondiale dove il rischio di una massificazione è
più reale che prevedibile. Già oggi assistiamo al
fatto che le antiche culture lasciano ben poco die-
tro di sé, quando sono filtrate attraverso l’ utilizzo
della tecnologia. Tanto che superando una certa
soglia, è impossibile salvare la cultura esistente.
Ma noi tutti dobbiamo vivere in questo mondo, e
non abbiamo alternative a questo nuovo modo di vivere. La distanza
fra le diverse culture è praticamente diventate inesistente. La logica
della globalizzazione ci impone l'utilizzo di componenti e protocolli ac-
cessibili a tutti ed intercambiabili a tutte le latitudini.
Un passato purtroppo non più vivibile
Abbiamo così scoperto l'impossibilità che una società, un sistema pos-
sano e sappiano resistere a questo strisciante “uniformiamo” che tocca
tutti gli aspetti e tutti i momenti del nostro vivere. E' al di fuori dalla realtà
pensare che le strutture pubbliche, garantiste e conseguentemente far-
raginose e lente, siano in grado di farci vivere in modo gratificante il no-
stro futuro. Questa globalizzazione ci ricorda le immagini dello tsunami
nel sudest asiatico di alcuni anni fa, che tutto ha sommerso, tutto ha
asportato ed ha lasciato un territorio uniforme punteggiato di ruderi che
ricordano un passato non più vivibile. Il vivere può rinascere affrontando
in modo individuale la nuova realtà, creando una nuova operatività in
grado di compensare la spersonalizzazione della società. Dobbiamo
pensare che si deve interagire nel contesto del mondo attuale, nei ne-
cessari tempi e modi, ma dove il volume e specificità delle informazioni
è contemporaneamente tanto grande da essere sopportabile da una so-
la persona o da una piccola società. Si deve quindi ricorrere a degli spe-
cialisti, a della gente che deve saper coniugare nella maniera professio-
nale come fatto abituale il sapere con il fare. Anche la politica, che noto-
riamente non è mai all'avanguardia, negli scorsi giorni ha dato dato vita
ad un dibattito per investire e rilanciare l'istruzione tecnica, lanciando un
allarme della emergenza della istruzione tecnica che sta attraversando
il nostro paese. Lo ha fatto sul social network Facebook l'ex ministro del-
la pubblica istruzione, Gelmini, dicendo che “L’Istruzione tecnica ha
contribuito al boom economico dell’Italia, dotando il sistema produttivo
di competenze qualificate attraverso periti industriali, geometri e ragio-
nieri, grazie ai quali oggi l’Italia può vantare di essere il secondo Paese
manifatturiero dopo la Germania. Dal 1990 ad oggi, gli iscritti agli istitu-
ti tecnici sono passati dal 45% all’attuale 33,5%... Il sistema scolastico
deve essere in grado di formare tali professionalità e trasmettere le com-
petenza tecniche ad alto tasso di specializzazione di cui la nostra socie-
tà ha sempre più necessità". Peccato che negli ultimi lustri è stato fatto
molto poco per far aumentare la cultura tecnica che oggi si reclama.
La cultura “tecnica”
Si deve ricordare che la cultura tecnica, proprio perché è tanta e rapi-
damente diventa superata, non può raggiungere in modo capillare ed
esaustivo, tutti. Ma bisogna continuare a vivere anche con questa limi-
tazione, e il successo nella vita, inteso anche “semplicemente vivere”,
per l'aumento di tecnologia e di offerta, non si fonderà più su una lotta
priva di regole, e impegnerà prima di tutto la responsabilità dell'indivi-
duo. La grande offerta disponibile farà sì che l'utilizzatore di un servizio
o il compratore di una merce necessiti di una gestione da parte del for-
nitore che riduca al massimo i tempi di attesa, per-
ché non ha a disposizione un tempo infinito per ri-
manere nel mercato piuttosto che per vivere digni-
tosamente. Di conseguenza i livelli di specializza-
zione tenderanno a crescere, Gli specialisti free-
lance esterni, come i periti industriali liberi profes-
sionisti, offriranno sulla piazza globale servizi pro-
fessionali che non troverebbe molte occasioni di
lavoro in una zona geograficamente limitata. Le
leggi di per sè sono poco flessibili e raramente rie-
scono a produrre una disciplina equilibrata che
tenga conto delle esigenze del mercato. Sarà il ri-
spetto di regole etiche di condotta, in forma di au-
tocontrollo, che daranno la possibilità di essere gli attori che si deve es-
sere per un lungo periodo nella competizione di ogni giorno. Sappiamo
dalla storia che la vita da sempre non crea vincenti per legge, ma vin-
centi per merito. E vivere in questo nuovo scenario fatto di concorren-
za e continue novità, ci obbligherà ad essere competitivi sempre. Nel
mondo sempre più dominato da una tecnologia in autoespansione, ri-
correre alla adeguata professionale competenza, come quella dei Pe-
riti Industriali Liberi Professionisti, che deriva dal sapere, saper fare e
saper far fare, sarà domani ancor più di oggi una esigenza, che anche
il mondo della politica comprende, non è in alcun modo surrogabile.
Gianfranco Merisio Presidente Nazionale
FederPeriti Industriali
Gianfranco Magni Segretario Nazionale
FederPeriti Industriali
Federperiti Industriali ha rinnovato la già apprezzata
conveniente assicurazione per la responsabilità civile
obbligatoria per legge. La convenzione ha inoltre com-
preso la polizza di tutela legale per i liberi professionisti.
Per approfondimenti contattare
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