Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 25

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ttualità
e
lettrotecnica - gennaio/febbraio
2017
- numero
1
25
C
hi ritenesse che quel piccolo oggetto di
forma generalmente circolare che è il ri-
velatore di fumo sia un “banale” piccolo
oggetto di plastica può cambiare facilmente
opinione recandosi a Zug, in Svizzera. Qui al
quartier generale di Siemens Building Techno-
logies, presso i laboratori dove si effettuano i
test proprio su questi dispositivi, c’è il modo di
ricredersi. La cittadina svizzera è nei pressi di
Lucerna, una bella città sul lago che, nel 1993
ha avuto il suo ponte coperto in legno costruito
nel 1300 e ricco di opere d’arte, parzialmente
distrutto da un incendio. È questa la causa di
perdite umane e di danni economici rilevanti.
Ecco perché, per prevenire tali accadimenti, è
necessario installare dispositivi efficaci ed effi-
cienti, che, oltre a segnalare la presenza di fu-
mi, sintomo di un possibile incendio in atto, evi-
tino però anche falsi allarmi, causa anche que-
sta di costi economici e del formarsi di un at-
teggiamento sintomatico, quello dell’”al lupo al
lupo”, che non aiuta certo a risolvere eventuali
situazioni di pericolo. I tecnici che ci accompa-
gnano nella visita ci forniscono interessanti da-
ti per comprendere sia il fenomeno prevenzio-
ne dell’incendio sia la necessità di considerare
i sistemi dedicati a ciò come un tassello – im-
portantissimo certo – dell’intero sistema di ge-
stione dell’edificio. Ogni anno Siemens Buil-
ding Techologies contribuisce all’installazione
nel mondo di 40000 nuovi sistemi, grazie ai
suoi 27000 addetti, 10000 dei quali sono tecni-
ci dedicati al servizio. E sono più di 100 milioni
i rivelatori di fumo che questa azienda ha ven-
duto per proteggere alberghi, parchi eolici, da-
ta center…..
In effetti, Siemens rappresenta un partner che
offre la sua competenza in tutte le fasi della vita
di un edificio, dalla progettazione alla gestione
alla manutenzione, proponendo prodotti, siste-
mi, soluzioni e applicazioni destinate a miglio-
rare le prestazioni e a prolungare la vita dell’in-
tera struttura, diminuendo il TCO (Total Cost of
Ownership = costo della struttura durante la
sua intera vita). È la logica del BIM (Building In-
formation Modelling), cioè “Modello di informa-
zioni di un Edificio”, in sostanza la rappresenta-
zione digitale di caratteristi-
che fisiche e funzionali di un
oggetto, che consente a Sie-
mens Building di prestare la
dovuta attenzione ad ogni
edificio in tutta la sua vita
operativa. Anche negli edifici
che lo riguardano, come il
complesso di Zug. Ciò ha
permesso di diminuire i costi
e i tempi della progettazione
e della manutenzione, di au-
mentare la qualità dell’edificio
(nel tempo) e di diminuire –
cosa altrettanto importante – i
rischi di incidenti sul lavoro.
I laboratori
Ma torniamo al rischio di incendio. I dati offer-
ti dai tecnici Siemens sono espliciti. Il 70%
delle aziende che hanno subito un incendio si-
gnificativo hanno chiuso nei successivi tre an-
ni. Un minuto di down time di un data center
ha un costo di quasi 8000 dollari. Ma ha an-
che rilevanza il fatto che spesso chi sente un
allarme antincendio ritiene che sia un falso
allarme e ciò aumenta il rischio di danni alle
persone e alle cose, oltre ad essere un costo
in sé. In Svizzera nel 2012 i falsi allarmi sono
stati oltre 17000, in Gran Bretagna
(2011/2012) oltre 300000, in Svezia (2008)
oltre 31000. E un falso allarme attiva Vigili del
Fuoco e volontari e fa interrompere il lavoro,
diminuendo la produttività. Qual è la soluzio-
ne? Un sistema efficace, gestibile localmente
e da remoto, che sia di veloce intervento, di
facile impiego, di costo ridotto, insomma che
consenta la massima reale protezione per
persone e cose. Il fulcro di tutto ciò è il sen-
sore di fumo che deve essere della massima
qualità. Dentro a questo “semplice” oggetto
vi è una tecnologia particolare che deve es-
sere efficacemente testata.
I laboratori di Zug sono destinati proprio a
ciò. Qui troviamo una “fire room” di oltre 500
m 3 (altezza 8 m), completamente isolabile e
controllabile da ogni punto di vista come per
la temperatura (anche con una precisione di
0,1 °C) e per l’umidità, e dal punto di vista del
materiale soggetto ad incendio, in modo da
consentire una precisa analisi del fenomeno
della combustione fisica per una corretta
progettazione del sensore.
Altri ambienti sono destinati all’analisi dei fu-
mi e dei gas, anche dal punto di vista ottico.
Un particolare laboratorio (Megafoot) è desti-
nato a risolvere le particolari richieste dei
grandi clienti che hanno soluzioni gestite in
rete con un numero elevato di sensori (uni-
versità, ospedali ecc.).
Il laboratorio consente di analizzare svariatis-
sime configurazioni di reti di rivelatori, come
quelle presenti in una centrale elettrica o in
una rete di metropolitana. Il numero di test ef-
fettuati a Zug è notevole: si tratta di migliaia,
per venire incontro anche alle esigenze delle
diverse normative antincendio dei vari paesi
e di valutare al meglio le caratteristiche (spa-
ziali, fisiche, dei materiali, delle funzioni ecc.)
del luogo stesso spesso estremamente di-
verse tra loro. Il tutto per offrire ai clienti un
prodotto affidabile nella rivelazione ed esen-
te da produrre falsi allarmi.
Altro che pezzettino di plastica circolare.
E l’installatore attento alla qualità sicuramen-
te considererà questi aspetti.
a cura della Redazione
solo
un pezzetto
di plastica?
Da una visita ad un laboratorio di Siemens Building
Technologies in Svizzera risulta evidente come
la qualità di un rilevatore di fumo derivi da un
complesso sistema di test che garantisce
sicurezza agli utenti
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