Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 16

a
ttualità
e
lettrotecnica - gennaio/febbraio
2017
- numero
1
16
Piermattei
Le direttive europee stanno veicolando, anche per i gruppi statici di con-
tinuità, richieste sempre più restrittive sui rendimenti e sulla compatibili-
tà ambientale, per cui è facilmente immaginabile che le norme sugli
UPS, dovendo tener conto delle direttive, dovranno conseguentemente
essere soggette a delle modifiche. Ad esempio, entro il 2019 anche gli
UPS saranno coinvolti da quanto richiesto dalla RoHS2, per cui la loro
componentistica dovrà permettere un facile riciclo. Oggi, già buona par-
te della componentistica degli UPS ha questa caratteristica, ma in futu-
ro le norme saranno ancora più restrittive. Anche per questo è nata la
Guida “EN 62040-4 Sistemi statici di continuità (UPS) - Parte 4: Aspetti
ambientali - Prescrizioni e rapporto di prova” in merito agli aspetti di im-
patto ambientale. Si sta poi lavorando alla nuova edizione della “EN
62040-1 Sistemi statici di continuità (UPS) - Parte 1: Prescrizioni genera-
li e di sicurezza”. Lo scopo è quello di cambiare la norma di riferimento
dalla “EN 60950-1 Apparecchiature per la tecnologia dell’informazione”
alla “EN 62477-1 Requisiti di sicurezza per convertitori elettronici di po-
tenza”. Per la “EN 62040-2 Sistemi statici di continuità (UPS) - Parte 2:
Requisiti di compatibilità elettromagnetica (EMC)” si stanno ultimando i
lavori della nuova edizione, che ha lo scopo di provvedere all’allinea-
mento con le attuali revisioni delle norme sulle emissioni CISPR 11 e
CISPR 22, provvedere all’allineamento con le norme della serie EN
61000 e prendere in considerazione larghezze di banda prima ignorate
come le frequenze inferiori a 150 kHz. La “EN 62040-3 Sistemi statici di
continuità (UPS) - Parte 3: Metodi di specifica delle prestazioni e prescri-
zioni di prova” probabilmente prevedrà futuri adeguamenti a carico del-
l’efficienza, tipologia di misurazione e riferimenti tabellari. Inoltre, la
Commissione Europea ha dato avvio a due progetti relativi alla progetta-
zione di UPS: uno riguardante la definizione dei requisiti dell’UPS per
una progettazione ecocompatibile (Ecodesign) del prodotto, un secon-
do riferito al metodo di determinazione dell’impatto ambientale dei pro-
dotti (PEF) di pertinenza della Commissione Ambiente.
Tortone
Ci sono ancora alcuni campi di applicazione in cui le normative mostra-
no dei limiti, in particolare nei settori più innovativi.
Sul fronte delle smart things (Smat grid, smart city, smart home) è auspi-
cabile l’introduzione rapida di norme per l’unificazione e la semplifica-
zione di procedure e standard oltre che di incentivi alla modernizzazio-
ne di strutture e impianti civili e industriali, pubblici e privati.
Sul fronte dell’industria 4.0 si è detto in precedenza.
Giova quindi concentrarci qui sull’innovazione digitale, ambito in cui
l’Italia è ancora 25esima sui 29 Paesi europei, secondo l’indice europeo
Desi (Digital Economy and Society Index), nonostante tutti gli sforzi, gli
investimenti, e le norme scritte dal 2012 a oggi sull’Agenda Digitale. E’
auspicabile che nel 2017 si assista a una svolta perché nel 2016 qualco-
sa è stato fatto per rendere il Paese più digitale, come progetti e norme
avviate, di cui però ancora si attendono i risultati.
I dati dimostrano una stretta correlazione tra livello di digitalizzazione di
un Paese e la sua crescita economica, sociale, industriale e legalitaria.
Oltre all’avanzamento del PIL, i Paesi che dal 2013 hanno investito di più
in digitale hanno ottenuto forti miglioramenti nel Social Progress Index,
nella classifica Doing Business e nel Corruption Perception Index.
E’ auspicabile che questo in Italia avvenga con la strategia del piano
triennale che l’Agenzia per l’Italia Digitale sta per pubblicare e che do-
vrebbe finalmente dare una governance precisa dell’Agenda digitale,
con il nuovo commissario. Resta il punto che il piano Agenda Digitale
nasce nel 2012, ha avuto un piano più di dettaglio a marzo 2015 e si è
dovuto aspettare la fine del 2016 per puntellare la governance, ossia per
stabilire una catena di responsabilità e di governo che parte dal Presi-
dente del Consiglio per arrivare alle amministrazioni locali.
Emblematico è l’andamento di Spid (identità digitale unica), che a sette
mesi dall’avvio è stato adottato solo da 133 mila cittadini (nonostante la
spinta del bonus per i 18enni). Bisogna arrivare a 3 milioni nel 2017, se-
condo la roadmap. L’identità digitale doveva essere il principale fattore
di sblocco, nell’immediato, per l’adozione dei servizi digitali da parte dei
cittadini. Ma ancora non ci siamo. Anche perché ben il 75 per cento del-
le PA non offre servizi compatibili con Spid - rilevano dal Politecnico di
Milano. E nessuna azienda privata offre servizi con l’identità Spid.
Un rischio di inciampo viene anche dal nuovo codice dei contratti pub-
blici (da cui dipende il modo in cui le amministrazioni pubbliche compra-
no beni e servizi e quindi possono innovarsi): per renderlo operativo
mancano 57 provvedimenti attuativi, 21 dei quali sono ufficialmente in ri-
tardo. In questa fase di transizione, si misura già un rallentamento dei
bandi di gara, stimano dal Politecnico di Milano.
Finora è andata così. Ma è auspicabile che nel 2017, con la nuova go-
vernance dell’Agenda e i finanziamenti disponibili, l’Italia possa final-
mente cambiare davvero, per migliorare l’economia e in generale la qua-
lità della vita dei cittadini.
Valentini
Per quanto riguarda le apparecchiature UPS in ambito europeo negli ul-
timi anni sono state introdotte alcune norme per la standardizzazione
degli aspetti sulla sicurezza, compatibilità, prestazioni e impatto am-
bientale. Le norme più conosciute si declinano in: IEC 62040-1, IEC
62040-2, IEC 62040-3. La norma 62040-1 si applica agli UPS per la par-
te 1 “Prescrizioni generali e di Sicurezza”. La norma IEC62040-2 si oc-
cupa delle emissioni elettromagnetiche, dei livelli di immunità e dei me-
todi di prova per garantire un livello idoneo di compatibilità elettroma-
gnetica. Con la norma IEC62040-3 “Metodi di specifica delle prestazio-
ni e prescrizioni di prova” le apparecchiature UPS vengono suddivise in
tre grandi famiglie, secondo le loro modalità di funzionamento (VFI, VI
VFD). Con la modalità VFI definita anche a doppia conversione, in fun-
zionamento normale, il carico viene alimentato dalla rete tramite il rad-
drizzatore e poi tramite l’inverter, senza risentire dei disturbi presenti in
rete. La denominazione VFI indica che la tensione (V) e la frequenza (F)
in uscita dall’UPS sono indipendenti (I) dalla tensione e dalla frequenza
dell’alimentazione in ingresso.
tavola rotonda
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...52
Powered by FlippingBook