Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 15

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ttualità
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lettrotecnica - giugno
2015
- numero
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Delibera AEEG 180/2013/R/EEL che inasprisce
le penali per basso cos
j
, a tutte le aziende con
potenza contrattuale impegnata maggiore a
16,5 kW. Paradossalmente, l’adeguamento dei
sistemi di rifasamento di impianto potrebbe
comportare un aumento, anche non trascurabi-
le, della Potenza Attiva impegnata, richiedendo
quindi una rielaborazione del contratto di forni-
tura con il proprio operatore elettrico.
B) Rinnovamento tecnologico: una moneta
con 2 facce positive … e nessuna croce!
La prima faccia positiva è semplice e palese,
le nuove apparecchiature installate operano a
maggiore efficienza, e quindi costano meno in
termini di kWh ed
consumati.
La seconda faccia, anch’essa positiva, è la
possibilità di accedere al conseguimento dei
Titoli di Efficienza Energetica, detti anche Cer-
tificati Bianchi.
I Certificati Bianchi corrispondono a titoli di
credito che un determinato soggetto acquisi-
sce, nei confronti del Gestore del Mercato
Elettrico (GME).
In sostanza, maggiore è l’entità del “risparmio
energetico” realizzato dal rinnovamento tecno-
logico, maggiore è la quantità di titoli di credito
che l’azienda consegue. In conclusione, quello
che oggi viene chiamato audit energetico (che
in passato era denominato diagnosi energetica
o ancor più specificamente “analisi della curva
di carico”) è una azione da attivare con costan-
za e regolarità, in quanto permette la cono-
scenza ed il miglioramento continuo della situa-
zione energetica di una impresa/ente, senza
differenza alcuna tra pubblico e privato.
a cura di Asita
nel 2011, offre un validissimo supporto alla
comprensione di cosa significa “audit energe-
tico”, come si realizza e quali obiettivi deve
aiutare a raggiungere. L’incremento dell’effi-
cienza energetica non si esaurisce con alcune
macro-decisioni aziendali quale ad esempio
l’acquisto di una nuova apparecchiatura meno
energivora, ma coinvolge la totalità delle azioni
e dei “comportamenti” aziendali a partire da
una organizzazione ed una cultura energetica
che interessa tutte le risorse aziendali in modo
proattivo, con particolare attenzione a quelle
che rientrano nei processi più energivori. Oggi
la figura aziendale che ha il compito di gestire
e promuovere la razionalizzazione dell’uso
dell’energia è l’ Energy Manager, che però è
obbligatorio solamente per una minima parte
delle imprese Italiane. Il ruolo di Energy Mana-
ger, anche se non imposto dalla legge, è di
fondamentale importanza in quanto dovrebbe
essere quello che all’interno dell’azienda indi-
vidua le azioni e gli interventi da attuare, assi-
cura la predisposizione e l’esecuzione degli
audit energetici e verifica i benefici economici
realizzati a fronte degli interventi attuati.
Come si realizza una riduzione del tasso di in-
cidenza dell’Energia Reattiva sul costo in bol-
letta?
A) Verificando, tramite strumenti di misura ap-
propriati, qual è il Fattore di Potenza (cos
j
)
medio mensile e qual è il valore più alto di
cos
j
istantaneo, nel momento di massimo ca-
rico e nei periodi di alto carico (F1 e F2).
Tutto questo sarà ancor più vero a partire dal
01 gennaio 2016, quando entrerà in vigore la
R
idurre il consumo di energia e prevenir-
ne gli sprechi sono un obiettivo priorita-
rio dell’Unione Europea da molto tem-
po, da quando nel 2006 l’UE ha dichiarato il
proprio impegno per una riduzione pari al
20% del consumo annuo di energia primaria
entro il 2020. Ogni Stato membro dell’Unione a
sua volta si è impegnato a favorire il migliora-
mento dell’efficienza energetica, così da crea-
re un circolo virtuoso che portasse a un au-
mento della competitività del proprio settore
produttivo, ad aumentare la sicurezza degli
approvvigionamenti e non da ultimo a rispetta-
re gli impegni assunti nel quadro del protocol-
lo di Kyoto sui cambiamenti climatici. Le pos-
sibilità di attuare queste riduzioni sono ampie e
variegate, in particolare nei settori “energivori”
quali le industrie manifatturiere e le grandi
aziende, il settore dell’edilizia pubblica e priva-
ta, la conversione dell’energia, i trasporti. Le
metodologie più semplici ed immediate che
possono portare ad un efficientamento ener-
getico sono fondamentalmente di 2 tipi:
• Riduzione del tasso di incidenza dell’Ener-
gia Reattiva sul costo in bolletta = adegua-
mento dei sistemi di rifasamento = innalza-
mento del Fattore di Potenza (cos
j
) di im-
pianto
• Attivare interventi di rinnovamento che porti-
no a consumare minor energia mantenendo
i processi produttivi qualitativamente inalte-
rati = incremento dell’efficienza elettrica di
impianto
Entrambe le metodologie sopra descritte de-
vono essere realizzate partendo da una prero-
gativa chiara ed imprescindibile: la conoscen-
za della situazione di partenza; in altre parole
dalla conoscenza dei consumi attuali.
Come si realizza il punto zero
di partenza?
Tramite una serie di misurazioni elettriche, tec-
nicamente chiamate audit energetici, svolte
sia a livello di consumo generale di impianto,
sia a livello locale per singola area, reparto o
singola macchina che si ritiene particolarmen-
te importante e/o energivora.
La norma internazionale ISO50001, emanata
efficienza energetica:
obiettivo prioritario
Per ridurre i consumi energetici vi sono
in sostanza due metodologie: ridurre
l’energia reattiva e i consumi
(a parità di qualità del risultato).
Per far ciò è necessario un
opportuno audit da parte
di un energy manager
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