Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 14

presenza di uno shunt consentiva misure sino
a 200 A. Per le piccole installazioni si poteva
usa re l’amperometro della Bergmann Electric
Company. Si trattava di uno strumento di sem-
plice costruzione e di basso costo.
Per chi, invece, necessitasse di uno strumento
portatile, era a disposizione amperometro De-
sruelles, dalla graduazione realizzata empiri-
camente e con la possibilità di modificare la
scala di lettura. Per le correnti alternate veniva
usato spesso l’amperometro Desruelles e
Chauvin dalla forma esterna circolare.
Un particolare amperometro che potremmo
definire differenziale, era l’amperometro Henry.
Serviva a misurare le correnti assorbite da due
motori montati nella stessa automobile, per ve-
rificare che operassero in modo simile. Era
possibile, tramite un commutatore, misurare la
corrente assorbita da un unico motore.
L’amperometro Thomson, in grado di misurare
fino a 1000 A, presentava una scala in cui le di-
visioni erano tracciate sopra uno specchio pia-
no per evitare gli errori di parallasse. Pur misu-
rando sino a 1000 A, non necessitava di shunt,
che, ai tempi, potevano comportare anche no-
tevoli errori di misura. L’amperometro Water-
house non presentava molle o magneti perma-
nenti. L’indice veniva ricondotto a zero dalla
gravità. L’amperometro Weston presentava un
campo magnetico fisso e costante ma era uti-
lizzato solo per correnti continue. Uno shunt
permetteva il cambio di scala e quest’ultima
presentava divisioni di grandezza uniforme.
Venivano considerati di ottima qualità, tanto da
essere spesso utilizzati per la taratura di altri
strumenti. Venivano usati anche amperometri a
mercurio (costruiti da Meardi e da Lippman).
Non indaghiamo sul suo funzionamento, tutta-
via, grazie ad un manometro, era una colonni-
na di mercurio che permetteva di misurare la
corrente elettrica. Anche il fenomeno dell’elet-
trolisi era utilizzato nella misura delle correnti.
L’amperometro di Breisig-Hahn, grazie alla
quantità di elettrolita decomposto, consentiva
di risalire al valore della corrente. Un certo suc-
cesso ebbero gli amperometri termici (due
esempi per tutti: i modelli “Brush” e “Hartmann
e Braun”. Poiché l’effetto termico è proporzio-
nale al quadrato della corrente che lo causa, è
possibile mettere in relazione le due grandez-
ze temperatura e corrente. La necessità di re-
gistrare i dati, una condizione essenziale in
molti impianti odierni, era già evidente alla fine
dell’’800. E non a caso erano stati creati alcuni
modelli di amperometri dedicati proprio a que-
sto scopo. Uno degli usi più tipici era quello di
studiare la carica e la scarica degli accumula-
tori. Richard e Montaud sono due dei costrutto-
ri di simili strumenti. Montaud, non a caso, era
anche un costruttore di accumulatori.
a
ttualità
e
lettrotecnica - settembre
2014
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D
ifficile, oggi, acquistare uno strumento
di misura e aprirlo per vedere come fun-
ziona. Funzione, e basta. Piuttosto ci si
chiede quale sia la precisione o se può memo-
rizzare dati o trasferirli in “diretta”. Insomma gli
strumenti di misura hanno preso la strada del-
la modernità, e non poteva essere altrimenti, e
sono diventati un utile strumento (la ripetizione
della parola è voluta per la gestione dell’im-
pianto e delle reti, in modo particolare del-
l’energia. Eppure anche per gli strumenti di mi-
sura possiamo parlare di archeologia. Basta
andare ai modelli di un centinaio di anni fa.
Alcuni amperometri di fine ‘800
Alla fine de’’800 troviamo, solo per fare qual-
che esempio in relazione allo strumento più
classico, una serie innumerevole di ampero-
metri, segno evidente che già allora le poten-
zialità dell’elettrotecnica erano percepite. Ini-
ziamo con dire che lo shunt da inserire in deri-
vazione allo strumento per misurare correnti
elevate era già stato inventato e che esisteva-
no già strumenti per la misura delle correnti
sia continue sia alternate.
Inoltre vari erano i principi di funzionamento:
magnetoelettrico (a bobina o a ferro mobile),
elettrodinamico, a induzione, ecc., ma gli in-
ventori, e conseguentemente le aziende pro-
duttrici, si sbizzarrivano nella produzione di
strumenti con specifiche che mettevano in evi-
denza alcune prestazioni particolari.
L’amperometro Ayrton e Perry era costituito da
un piccolo ago calamitato posto all’interno di
un rocchetto contornato da pezzi polari di una
forte calamita a fero di cavallo. Grazie a un
commutatore era possibile variare la portata
di misura dello strumento. L’amperometro
Baussu aveva la caratteristica di smorzare
l’oscillazione dell’ago consentendo una lettura
in un tempo minore. L’amperometro Deprez
permetteva un’amplificazione della deviazio-
ne dell’ago in modo da avere una maggior
precisione di misura. L’amperometro Deprez e
Carpentier, grazie alle sue caratteristiche di
robustezza, era destinato ad usi industriali. La
graduazione era tracciata empiricamente e la
di Dino Pellizzaro
Sono passati due secoli di strumentazione
in ambito elettrico, e il settore ha mostrato
in questo lasso di tempo interessanti
innovazioni, ma le grosse novità
hanno solo qualche decennio
Amperometro a mercurio
Amperometro registratore Montaud
amperometro Deprez
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archeologia
degli strumenti
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