a
ttualità
e
lettrotecnica - marzo
2018
- numero
2
13
impensabile fino a qualche anno fa. I vantaggi
si traducono in una maggiore efficienza a livel-
lo di sistema ottenuta dal continuo confronto
dei dati rilevati sul campo con un modello
ideale a cui il funzionamento del building deve
tendere. In questo senso si stanno evolvendo,
ad esempio, i sistemi BIM Building Information
Modeling, che da "semplici" strumenti di pro-
gettazione stanno diventando dei veri e propri
sistemi informativi di edificio, lungo tutto il ci-
clo di vita dello stesso Non solo, ma a questi
dati divengono applicabili un'intera gamma di
applicazioni tipiche del mondo ICT come gli
strumenti di Business Intelligence, i motori di
analisi basati su reti neurali, gli strumenti di re-
altà virtuale e realtà aumentata, aprendo infini-
te possibilità per nuove applicazioni, nuove
modalità di rappresentazione dei dati e, in ulti-
ma analisi, nuove modalità per portare effi-
cienza ed efficacia nell'utilizzo e nella gestio-
ne degli edifici.
Un bilancio tra costi e benefici
Dall'Intelligent Building Report - realizzato dal
Politecnico in collaborazione con Energy &
Strategy Group - emerge che, in termini costi-ri-
sultati, gli interventi di building automation offro-
no concreti vantaggi. I ritorni dell'investimento,
sono paragonabili e in molti casi migliori anche
del fotovoltaico e un'architettura dall'anima in-
telligente ha un valore molto più alto di un edifi-
cio tradizionale, a parità di collocazione e tipo-
logia. L'evoluzione di tali tecnologie verso il wi-
reless rende più facile l'installazione in edifici
pre-esistenti che fanno registrare costi superio-
ri di circa il 15-25% rispetto al nuovo, dovuti in
primis al necessario adeguamento degli im-
pianti. Ma a fronte di una domanda di edifici al-
tamente prestazionali alimentata principalmen-
te dalle organizzazioni internazionali che nella
scelta della propria sede pongono particolare
attenzione all'intelligenza dell'edificio, sul ver-
sante domestico si presenta uno scenario va-
riegato, che vede da un lato proprietari più "illu-
minati" rendere i propri immobili sempre più
smart, dall'altro soggetti che pongono ancora
resistenza all'evoluzione tecnologica del buil-
ding. Situazione quest'ultima in molti casi supe-
rata da tenant che, a fronte di una revisione de-
gli accordi di locazione con tempi più lunghi e
canoni ridotti, si impegnano a provvedere diret-
tamente agli interventi di building automation. Il
tempo di pay-back, secondo il report, si attesta
sui 2-4 anni, mentre il tasso di rendimento me-
dio annuo associato all'investimento, in ambito
non residenziale, è del 6%. Allo stesso tempo la
normativa europea, e in particolare dalla diretti-
va EPBD Energy Performance Building Directi-
ve, sta spingendo fortemente nella direzione
dello Smart Building. La nuova EPBD, in fase di
approvazione, prevede l'introduzione di uno
Smartness Indicator che dovrà proprio servire a
misurare il "livello di intelligenza" di un edificio.
Ma già le normative vigenti per la valutazione
dell'efficienza energetica richiedono la rispon-
denza dei sistemi di automazione alla classe B
secondo UNI EN 15232 nel caso di edifici non
residenziali costruiti ex-novo o immobili oggetto
di ristrutturazione di primo livello. Analoghi re-
quisiti sono richiesti per l'accesso agli incentivi
fiscali, come il conto termico.
*Andrea Natale, Business Development
e Marketing Manager EcoBuilding
di Schneider Electric
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