Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 12

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ttualità
e
lettrotecnica - maggio
2016
- numero
4
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e molto altro ancora. L’immenso materiale do-
cumentario, non ancora del tutto studiato, la-
sciato da Tesla alla sua morte potrebbe conte-
nere qualche interessante sorpresa non solo
nel campo dell’automazione ma in tutte le bran-
che dell’elettrotecnica.
Uno scienziato è scapolo
Curioso conoscere una delle ragioni del profi-
cuo genio di Tesla (è lui stesso ad asserirlo, e
sta qui una delle ragioni del suo essere impe-
nitentemente scapolo): ”uno scrittore, un arti-
sta, un musicista possono trarre ispirazione
dall’influenza di una donna ed essere spinti
dal suo amore a raggiungere risultati più alti;
ma un inventore ha una natura così intensa,
dotata di una qualità selvaggia e passionale,
che nel dare se stesso a una donna amata le
darebbe ogni cosa, privando così di ogni co-
sa il campo di sua scelta. Non mio sembra
che si possano citare molte invenzioni create
da uomini sposati”. Dimenticava che Edison si
era sposato due volte. O, forse, sapendolo, in-
tendeva ribadire il concetto che lui aveva di
questo suo “collega”. Forse quest’antipatia re-
ciproca fece perdere il Premio Nobel per la fi-
sica del 1915 a entrambi. Molte le differenze
tra i due scienziati, tra le quali la fortuna eco-
nomica: sempre (molto) ricco Edison, con for-
tune particolarmente altalenanti Tesla. Per chi
volesse saperne di più sull’inventore consi-
gliamo il volume “Tesla, un uomo fuori dal tem-
po” (liberilibri) scritto da Margaret Cheney,
una americana, e forse questo lascia immagi-
nare se parteggerà per Marconi, Pacinotti e
Galileo Ferraris o per Tesla.
di Dino Pellizzaro
chinari e sprigionerà luce e
calore (“Il vapore aziona un motore che genera
elettricità…”).
Robot primordiali
A proposito di automazione - siamo nel 1903 -
Tesla scrive: “Mi sono occupato estensivamen-
te dell’intero settore, senza limitarmi ai mecca-
nismi controllati a distanza ma studiando anche
macchine dotate di intelligenza”. Sono interes-
santi anche questa altre sue parole: “penso che
non sia lontano il tempo in cui mostrerò un au-
toma che, lasciato a se stesso, agirà come se
fosse dotato di ragione e senza controllo inten-
zionale dall’esterno” e tutto ciò “grazie a un
controllo basato sulla sinergia tra più circuiti
con diverse frequenze di vibrazione”. Il genio
asseriva di aver utilizzato per il suo meccani-
smo automatizzato non un controllo con “un
semplice circuito sintonizzato” ma un controllo
“individualizzato, basato sulla cooperazione di
più circuiti con diverse frequenze di vibrazio-
ne”. Tanto che ottiene un brevetto sul “Metodo
e apparato per controllare meccanismi a di-
stanza”. Alcuni dei brevetti di Tesla, pur ope-
rando in corrente alternata, utilizzano una logi-
ca tipica dei moderni sistemi di automazione e
dei computer: la logica AND (“il verificarsi con-
temporaneo di due o più segnali prestabiliti al
punto di ingresso nell’elemento del dispositivo
produceva un output”. Come si vede Tesla spa-
ziava in molti settori e nei suoi scritti appaiono
televisione, pannelli solari, dispositivi per crea-
re terremoti, lampadine, dispositivi a raggi X,
trasmettitori di energia senza fili, radio (1901:
“Marconi è un bravo ragazzo, lasciamolo fare.
Sta usando diciassette dei miei brevetti”), radar
Autunno 1885: Galileo Ferraris mostra pubblica-
mente un esperimento in cui due bobine per-
pendicolari percorse da due correnti sfasate tra
loro di 90° generano un vampo magnetico ro-
tante. Nello stesso periodo Negli Stati Uniti Tesla
realizza esperimenti analoghi. Nell’aprile 1888
Galileo Ferraris pubblica una relazione con la
descrizione di un piccolo motore asincrono che
funziona secondo la teoria del campo magneti-
co rotante. Il primo maggio dello stesso anno
Tesla brevetta il motore asincrono.
A chi il diritto di paternità? E, forse, Tesla ha “co-
piato”? Provate a chiedere negli Stati uniti chi è
Galileo Ferraris. Il fatto è che quando le inven-
zioni sono mature spuntano.
E un altro fatto è che una nazione più potente ha
i mezzi per imporre anche i propri uomini (anche
se nati all’estero, come Tesla). Ma torniamo a Te-
sla, che, da noi è sconosciuto ai più se non per
l’unità di misura. E torniamoci per mostrare co-
me siano dovute a lui alcune invenzioni nel cam-
po dell’automazione.
Una nave fa meraviglia
Siamo nel 1898. Alla prima mostra dell’elettrici-
tà al Madison Square Garden di New York Tesla
presenta un sistema di trasmissione senza fili
per la gestione di navi telecomandate, grazie al
quale i visitatori potevano far svolgere alle im-
barcazioni le operazioni volute. La torpediniera
senza equipaggio aveva una batteria di accu-
mulatori che dava energia al propulsore, alcuni
piccoli motori elettrici che azionavano il timone
e altri che sollevavano e alzavano la nave dal li-
vello dell’acqua. Una volta sparato un siluro, un
altro ne prendeva il posto. Il tutto gestibile a di-
stanza. Il tutto grazie non all’alfabeto Morse,
usuale nel tempo, ma con onde hertziane con
cui inviava impulsi cifrati relativi ai comandi che
gli venivano dati dai visitatori, e grazie ai quali
l’imbarcazione si muoveva. Sempre nel 1898
Tesla aveva proposto, senza successo, la pro-
duzione di un’automobile automatizzata che
(parole dell’inventore) “lasciata a se stessa,
avrebbe potuto eseguire un gran numero di
operazioni, come se possedesse una sua ca-
pacità di giudizio”. E, ancora nello stesso anno,
Tesla dichiara ad un giornale di aver imbrigliato
i raggi solari e che con essi farà funzionare mac-
Lo scienziato più mitizzato, misconosciuto e
prolifico è con molta probabilità Nicola Tesla.
A lui si devono molti spunti e realizzazioni
che ritroviamo oggi nell’automazione e più
in generale in tutto il settore elettrico
l’inizio
del futuro
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