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egli ultimi 50 anni abbiamo assistito ad
un’evoluzione del panorama normativo
e delle soluzioni tecnologiche che han-
no indiscutibilmente reso più sicuri i nostri im-
pianti elettrici. Ma la domanda che gli operato-
ri del settore, siano essi costruttori, installatori,
normatori o progettisti, continuano a porsi è:
abbiamo fatto abbastanza?
La risposta la possiamo trovare solamente nel-
le statistiche dei guasti e dei danni generati
dagli incendi ei cui dati sono purtroppo anco-
ra allarmanti. In Europa i guasti elettrici sono
all’origine di oltre il 25% degli incendi che si
verificano in media ogni anno, e nonostante i
progressi nelle misure di sicurezza come ap-
parecchi di interruzione o rilevatori di fumo,
ogni anno gli incendi all’interno di strutture
provocano ancora 4.000 decessi, 70.000 rico-
veri ospedalieri e danni alla proprietà pari a
126 miliardi di euro, secondo Fire Safe Europe
(FSEU), Statistiche pubblicate in
feeurope.eu/resources/.
Ma se interruttori e differenziali offrono una vali-
da soluzione per proteggere gli impianti elettri-
ci da sovracorrenti e guasti a terra, allora dove
si nasconde il problema? Approfondendo la
questione si scopre un fenomeno rispetto al
quale questi dispositivi risultano spesso ineffi-
caci: stiamo parlando dell’arco elettrico. L’arco
elettrico è un fenomeno dal contenuto energeti-
co elevatissimo e, anche nel caso in cui sia ge-
nerato da correnti di modesta entità, è comun-
que sufficiente a far scaturire un incendio. Le
potenziali cause di un arco in un impianto elet-
trico sono spesso l’incuria e il deterioramento
degli impianti stessi, come ad esempio colle-
gamenti allentati, cavi danneggiati nell’isolante
(talvolta anche solo in parte) e influenze am-
bientali come l’esposizione ai raggi UV
L’arco elettrico
L’arco elettrico si manifesta con un scarica elet-
trica (una “scintilla”) e si distingue fra archi in
parallelo (fra fase e neutro o fra fase e terra) e
archi in serie (lungo un unico conduttore). Que-
sti ultimi in particolare rappresentano il pericolo
maggiore. Ad esempio un cavo che si allenta
dal suo morsetto può ingenerare un arco di
questo tipo, che però non è accompagnato da
nessuna “sovracorrente”: la corrente d’arco in
questo caso è prossima o addirittura inferiore
alla corrente nominale del carico. Inoltre, la cor-
rente non interessa il circuito di terra. Sono que-
sti i motivi per cui magnetotermici, fusibili o dif-
ferenziali risultano inefficaci quando si tratta di
individuare questo tipo di guasto. Ne consegue
che, come abbiamo già detto, ancora oggi si
verificano numerosi incendi di origine elettrica.
Come rilevare gli archi
Esiste però una tecnologia idonea alla rilevazio-
ne di questi archi, commercialmente impiega-
bile e definita nelle sue caratteristiche da una
norma di prodotto europeo (tale quindi da rap-
presentare una soluzione “a regola d’Arte”). Si
tratta del cosidetto A.F.D.D. – Arc Fault Detec-
tion Device (acronimo che sta per Dispositivo di
Rilevazione Guasti ad Arco e citato cosi in tutte
le norme, anche quelle italiane), un dispositivo
che grazie alla tecnologia digitale è in grado di
a
ttualità
e
lettrotecnica - giugno
2017
- numero
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rilevare il rumore in alta frequenza che l’arco
elettrico induce. Anche valori amperometrici
bassi possono essere rilevati ed inoltre il di-
spositivo è in grado di distinguere se il rumore
in frequenza è dovuto ad un guasto piuttosto
che dall’utilizzo di apparecchiature particolari
come ad esempio saldatori, motori a spazzo-
la, dimmer etc.
I criteri di costruzione di un AFDD “a norma”
sono dettati dalla norma di prodotto CEI EN
62606 pubblicata nel 2014. Anche a livello
“impianto” la normativa, sia internazionale
(IEC 60364-4-42) che europea (CENELEC HD
60364-4-42), indica nell’AFDD conforme alla
EN62606 un valido dispositivo di protezione
dagli effetti termici degli archi elettrici.
Entro il 2017, l’installazione degli AFDD dovrà
essere (almeno) raccomandata in tutti i paesi
dell’Unione Europea e molti paesi hanno già
recepito tale normativa.
Ad esempio, la Germania, con la nuova ver-
sione della Norma VDE 0100-420 (febbraio
2016), ha reso i dispositivi AFDD di fatto obbli-
gatori in vari tipi di strutture.
di Paolo Tagliabue*
La nuova variante V3 della Norma 64/8 offre
interessanti prescrizioni contro il pericolo
di ”arco serie” indicando quali debbano
essere i provvedimenti da adottare
un passo avanti
per la
protezione di incendi
di natura elettrica