tocollo compatibile, infatti, è sufficiente colle-
garle direttamente al monitor per la taratura,
senza passare attraverso il registratore e sen-
za utilizzare strumentazione particolare. An-
che dal punto di vista dell’utilizzatore il siste-
ma AHD risulta semplice da utilizzare, permet-
tendo la gestione di tutte le funzionalità.
Analogico ad alta definizione e
sistemi IP: due mondi diversi
I sistemi di videosorveglianza AHD sono molto
interessanti perché rendono disponibile l’alta
definizione anche nelle soluzioni entry level. In
particolare diventano strategici in caso di rin-
novamento degli impianti datati, incrementan-
do in maniera determinante le prestazioni del
sistema, con assoluta semplicità, senza ne-
cessità di effettuare interventi di cablatura.
Nel caso di impianti di nuova realizzazione o
di grandi dimensioni, invece, dove la cablatu-
ra coassiale implicherebbe dispendio di costi
e di energie, la soluzione di riferimento rimane
quella IP, che utilizza la rete ethernet come
vettore di trasmissione, con vantaggi in termi-
ni di potenzialità e di flessibilità.
Realizzare un impianto di videosorveglianza
con tecnologia IP, infatti, significa lavorare con
i migliori standard qualitativi disponibili, senza
limiti di risoluzione e con un’infrastruttura in
grado di effettuare facilmente eventuali
espansioni. La scelta di questo tipo di soluzio-
ne, tuttavia, implica da parte dell’installatore
competenze in ambito networking, necessarie
alla corretta progettazione dell’impianto, ad
esempio per minimizzare il problema della la-
tenza e per poter gestire correttamente il di-
mensionamento della rete quando il numero di
telecamere comincia ad aumentare.
Nell’ambito della videosorveglianza ad alta
definizione, quindi, abbiamo oggi soluzioni
con tecnologie differenti, che l’installatore de-
ve valutare in base alla propria professionalità,
tenendo conto dell’impianto e delle esigenze
dell’utilizzatore.
*Nereo Talli - Product Manager
Sicurezza Fracarro
a
ttualità
e
lettrotecnica - settembre
2015
- numero
7
14
di Nereo Talli*
(1280x720 e 1920x1080); anche la distanza di
trasmissione rimane la stessa dell’HD-CVI:
nelle versioni attuali, in entrambi i casi, corri-
sponde, con trasmissione su 75-3 coassiale, a
500 metri @720p e a 300 metri @1080p.
La grande differenza riguarda invece il fatto
che nel caso dell’ AHD stiamo parlando di una
piattaforma non vincolata, completamente
compatibile con tutti i sistemi esistenti.
I DVR AHD sono infatti ibridi, cioè consentono
di gestire nello stesso impianto sia le teleca-
mere analogiche tradizionali sia quelle ad alta
definizione, senza problemi di integrazione,
anche in caso di implementazioni successive.
Non solo: alcuni DVR che usano questo stan-
dard sono utilizzabili anche con le telecamere
IP, lasciando massima libertà nella scelta del-
la soluzione più adeguata.
Alta definizione, elevata
semplicità
Rispetto ai tradizionali sistemi analogici, gli
impianti AHD, nonostante l’incremento delle
funzionalità, si caratterizzano per la semplicità
di utilizzo. I dispositivi AHD vengono installati
nella stessa infrastruttura dell’impianto analo-
gico, utilizzando lo stesso cavo coassiale: nel
momento in cui l’installatore sceglie di passa-
re all’alta definizione, anche solo per una se-
zione dell’impianto, è sufficiente sostituire il
DVR e le telecamere interessate, senza inter-
venire sulle altre. Le telecamere analogiche
ad alta definizione, inoltre,
supportano sia l’audio sia il
controllo remoto su semplice
cavo coassiale; non c’è quin-
di necessità di ulteriori ca-
blaggi per mettere a disposi-
zione la funzione ascolto, in
modalità registrazione o live,
oppure per installare teleca-
mere PTZ o con zoom moto-
rizzato. Un altro vantaggio: la
trasmissione delle telecamere
AHD può essere verificata
con un comune tester analo-
gico: poiché utilizzano un pro-
L
a rapida evoluzione tecnologica nell’am-
bito del trattamento dei segnali video of-
fre al settore videosorveglianza continue
opportunità per lo sviluppo di soluzioni impor-
tanti in termini di prestazioni e con costi com-
petitivi. In ambito analogico, in particolare, sta
riscuotendo interesse il protocollo AHD (Ana-
logic High Definition), sviluppato da Nextchip
in risposta ai sistemi HD-CVI e TVI proprietari.
Si tratta di una piattaforma open source, non
sottoposta a brevetti, che può essere libera-
mente supportata dai diversi brand di video-
sorveglianza. Vediamone le caratteristiche.
Un protocollo aperto,
compatibile con tutti
i sistemi analogici
Così come i sistemi HD-CVI e TVI, il protocollo
AHD consente di codificare le immagini diret-
tamente a bordo camera e di trasmetterle già
compresse al DVR, utilizzando il cavo coas-
siale e la banda a disposizione. Dotato di in-
terfaccia di protezione robusta e affidabile
contro le interferenze, lo standard AHD non
emette radiazioni elettromagnetiche e garanti-
sce una trasmissione costante, senza i proble-
mi di latenza tipici delle soluzioni IP. Dal punto
di vista tecnologico questa soluzione mantie-
ne le caratteristiche dei sistemi ad alta defini-
zione proprietari, in particolare per quanto ri-
guarda l’ HD-CVI. I principi di codifica infatti
sono simili e la risoluzione è equivalente
AHD: la videosorveglianza analogica
in alta definizione
Una piattaforma open source permette
la soluzione di molte problematiche
ed offre alta definizione e facilità
di installazione e di uso