Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 14

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ttualità
e
lettrotecnica - aprile
2018
- numero
3
14
a cura della Redazione
Il mondo dei costruttori di cavi ha subito
un notevole mutamento a causa
dell’introduzione del CPR. È interessante
quindi conoscere il parere di chi
è personalmente coinvolto.
P
roprio per conoscere la posizione “dal-
l’interno” abbiamo chiesto a Iacopo Fa-
villa, Customer Service Baldassari Cavi,
di rispondere ad alcune domande sulla situa-
zione generatasi con il recepimento del CPR.
A ormai quasi un anno
(1°luglio 2017) del CPR, ci fa
una breve presentazione dei
contenuti del regolamento?
«Il regolamento CPR è stato pensato con
l’obiettivo di normalizzare le principali caratte-
ristiche dei prodotti da costruzione allo scopo
di garantire la libera circolazione dei prodotti a
livello europeo elevando il più possibile il livello di sicurezza che, nel
caso specifico dei cavi, si traduce nel migliorare la sicurezza in caso
d’incendio.
Faccio presente che il CPR, pure essendo un Regolamento che pertan-
to deve essere recepito senza trasposizioni nel diritto nazionale, defini-
sce in modo chiaro il linguaggio tecnico armonizzato da adottare in tutti
gli stati membri, ma la scelta di definire i livelli di sicurezza/prestazione è
poi demandata ai singoli paesi».
Le aziende in generale, e la sua in particolare,
si sono rivelate pronte a questo importante
passo?
«Le aziende di cavi, tra cui la Baldassari Cavi, già da tempo avevano ini-
ziato a lavorare ed investire per essere pronte alla data di effettiva entra-
ta in vigore del CPR.
Questo nuovo Regolamento ha comportato grossi investimenti per le im-
prese italiane, non solo per i collaudi. C’è stato un cambiamento radica-
le nei processi e anche nei materiali usati, a testimonianza del fatto che
il traguardo tecnologico è alto.
La produzione di questa nuova gamma di cavi ha avuto un costo di ricer-
ca e applicazione elevatissimo. Un costo che le imprese italiane hanno
comunque affrontato di slancio, tanto da avere anche il plauso di molti
Paesi della Comunità Europea che hanno anche apprezzato l’approccio
di cambiamento che ha caratterizzato il mercato italiano dei cavi».
Quali erano le perplessità iniziali?
«Le perplessità erano legate essenzialmente a come avrebbe reagito il
mercato a un così grande cambiamento che nel mondo dei cavi non si ve-
deva da tempo. In particolare installatori e progettisti erano preoccupati
dalla gestione del periodo transitorio iniziato il 10 Giugno 2016 e termina-
to il 1° Luglio 2017. I vari ordini professionali erano timorosi circa la gestio-
ne delle costruzioni iniziate prima di tali date e che sarebbero terminate
solo successivamente, anche perché spesso il materiale era già stato ac-
quistato. In questo senso ricordo che tutti i cavi per installazione fissa pro-
dotti dopo il 1° Luglio 2017 devono necessariamente rispettare il CPR».
E qual è lo “stato d’animo” attuale?
«Dopo un primo periodo caratterizzato da una grande incertezza sul
mercato in cui installatori e progettisti avevano difficolta a individuare
il prodotto giusto che facesse al caso loro, posso tranquillamente af-
fermare che, grazie alle importanti campagne di informazione svolte,
il mercato ha reagito molto bene alle novità introdotte. Oggi c’è gran-
de consapevolezza da parte di tutti gli attori della filiera circa l’appli-
cazione del CPR».
Gli obblighi di legge da rispettare sono stati
considerati inizialmente da qualcuno troppo
complicati e/o onerosi? E ora?
«Sicuramente il CPR ha comportato un notevolissimo innalzamento del li-
vello delle prestazioni in termini di sicurezza legata alla reazione al fuoco
dei cavi. Dovete pensare che la metodologia di prova introdotta è molto
più gravosa di quella utilizzata in passato ed è rappresentativa di una si-
tuazione reale di incendio. Questo cambiamento ha sicuramente imposto
radicali modifiche al comparto cavi, da sempre considerato poco innova-
tivo. Ad oggi è chiaro come la strada intrapresa sia quella giusta e sono
contento di constatare come le aziende italiane si siano dimostrate capa-
ci di investire nell’ottica di una maggiore sicurezza e qualità dei prodotti».
Quali sono le difficoltà che le aziende hanno
dovuto superare dal punto di vista della
produzione e della gestione del magazzino?
«Le principali difficoltà affrontate sono state nella fase iniziale di ricerca
e sviluppo di materiali che rispondessero ad una performance così ele-
vata. I nuovi processi produttivi sempre più complessi non hanno reso si-
curamente facile l’industrializzazione di un prodotto che rispondesse ad
una
buona
reazione
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