a
ttualità
e
lettrotecnica - dicembre
2015
- numero
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nio Finardi: Acustica. La leggenda vuole che se
bisbigliate qualcosa a questo strano citofono il
vostro desiderio si avvererà. Cosa che anche
con le tecnologie avanzate non potete ottenere.
La tradizione della trasmissione vocale senza
l’uso dell’elettricità – un poco secondo l’idea di
citofono di Leonardo - la ritroviamo sempre a
Milano, in piazza Gae Aulenti, dove fanno bella
mostra di sé alcuni tubi di ottone che collegano
tra loro tre piani e che terminano da entrambe
le parti con una specie di tromba che serve da
microfono e da orecchio alternativamente. In-
duce ad avvicinarsi e a chiedere chi c’è dall’al-
tra parte.
Una buona idea
L’idea è buona, davvero buona. Ecco di cosa
si tratta. Chi ha qualche momento di tempo li-
bero dal lavoro e visita una città si è certamen-
te accorto che alcuni monumenti sono accom-
pagnati da un cartello che esplicita le loro ca-
ratteristiche artistico-storiche. In questi anni
spesso il cartello è accompagnato dall’ormai
classico quadratino QR che, grazie ad un tele-
fono smart, consente di avere una serie di pre-
ziose informazioni sul telefono stesso. A Bre-
scia hanno fatto una cosa ancora più interes-
sante. Il team creativo McCann World Group
(Gaston Guetmonovitch, Marco Zilioli, Niccolò
Moronato) ha realizzato in collaborazione con il
FAI (Fondo Ambiente Italiano) un piacevolissi-
mo progetto denominato “Open Doorbells – I
citofoni raccontano”. E così alcuni citofoni di
edifici della città lombarda sono stati dotati di
un dispositivo che intercetta i passanti e li indu-
ce ad ascoltare la storia dell’edificio stesso.
E così, come si può vedere in
-
thon.it/video-citofoni, i passanti sono incuriositi
ed invogliati a conoscere la storia di edifici li-
berty della città, proprio grazie a questo “truc-
co”. Certo, è stato necessario superare qual-
che contrarietà da parte dei proprietari e degli
inquilini, ma, alla fine tutti sono stati piacevol-
mente contenti. Non dispiacerebbe se fosse re-
plicata in molte altre città. Magari il turista po-
trebbe schiacciare il pulsante “informazioni” e
ottenere interessanti indicazioni storiche artisti-
che sull’edificio.
Un bel libro
“Prego, farsi riconoscere al citofono” è una frase
fatta ma è anche il titolo di un grazioso volume
(editore Skira, 2014) che presenta una numero-
sa serie di acquerelli raffiguranti citofoni. I dipinti
sono di Severino Salvemini (che in realtà fa tut-
t’altro: è professore alla Bocconi) e i testi di ac-
compagnamento sono dello stesso Salvemini, di
Philippe Daverio e di Beppe Severgnini. I citofo-
ni sono stati dipinti dopo averli incontrati e foto-
grafati in varie parti del mondo. Ognuno di que-
sti dispositivi, spesso considerati insignificanti in
un ambiente urbano pervaso da ben altri simbo-
li, nasconde la personalità – identità, valori, cre-
denze - di chi vi abita e ogni acquerello cerca di
mettere in evidenza tale carattere. Ci sono delle
ottime ragioni per cui i produttori, oltre a puntare
sulle tecnologie, considerano il design come
elemento fondamentale per un oggetto come
questo. Si tratta, in fondo, della prima cosa che
parla di noi a chi ci viene a trovare.
Messaggi-bufale sul citofono
Leggenda metropolitana, bufala o c’è del vero?
Gira in internet una notizia (scrivete “scritte
strane sui citofoni” e troverete oltre 20000 ri-
sultati, molto spesso proprio su questo te-
ma) secondo la quale accanto alle targhette
videocitofoniche alcuni malintenzionati ap-
pongono con un punteruolo strani geroglifici
per individuare l’appetibilità del luogo ad es-
sere “visitato”. Una X significherebbe buon
obiettivo, una scala orizzontale la presenza
di un cane, una M che il colpo si può fare al
mattino, una C casa ricca, un cerchio sbar-
rato da una X un appartamento non interes-
sante e così via. Altro che display a molti
pollici, si tratta di una nuova frontiera della
comunicazione citofonica. Ma stiamo tran-
quilli: è una bufala, a detta di uno dei mag-
giori esperti di bufale via internet.
Fig. 4 - Le “trombe” di Piazza Gae Aulenti
a Milano
Fig. 8 – Alcuni dei simboli-bufala
Fig. 5 – Open Doorbells
Fig. 6 – Open Doorbells: l’installazione
Fig.7 – Acquerelli di Salvemini