a
ttualità
e
lettrotecnica - marzo
2015
- numero
2
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no del tipo a doppio isolamento, con grado di
protezione IP66/IP67. A prescindere dall’ele-
vatissimo grado di protezione che consente
l’impiego sicuro in ambienti permanentemen-
te polverosi e in presenza di getti d’acqua,
l’involucro termoindurente è rigido più di ogni
altro materiale termoplastico a garanzia della
indeformabilità delle parti accoppiate (con
particolari vantaggi per la tenuta delle giun-
zioni). E’ molto resistente alle scalfitture, al-
l’attacco dei roditori ed alla corrosione chimi-
ca sia organica che inorganica.
Non rammollisce alle alte temperature, non
infragilisce alle basse ed è molto resistente
all’irraggiamento solare. La resistenza al
GWT è di 960°C e quella agli urti supera i
20J.
Per quanto riguarda le condizioni ambientali
classificate dalle Norme CEI EN 60721, sono
soddisfatte ad abbondanza le esigenze tipi-
che del gruppo IE42 (temperatura ambiente
da –50 a +80°C, umidità 100%, variazione di
temperatura fino a 0,5°C/min, irraggiamento
solare fino a 1120W/m 2 , intensità della piog-
gia fino a 15mm/min, condensa, formazione
di ghiaccio, precipitazioni, irraggiamento ter-
mico, presenza di muffe, funghi, roditori, at-
mosfere corrosive, nebbie saline ).
In ogni caso le eccellenti prestazioni elettri-
che e l’elevata protezione contro le sollecita-
zioni ambientali, si traducono in una eccezio-
nale durata in condizioni di piena affidabilità,
riducendo al minimo gli interventi manutenti-
vi. La Norma EN 60309-1 precisa che le pre-
se devono avere un adeguato potere di inter-
ruzione e devono sopportare senza usura ec-
cessiva gli sforzi meccanici, elettrici e termI-
ci che si presentano nell’impiego usuale.
Qualora il potere di interruzione sia insuffi-
ciente (e ciò si verifica normalmente nelle
prese di portata più elevata), oppure si voglia
un supplemento di sicurezza in determinate
condizioni (come prescritto dalla CEI 64/8),
deve essere previsto un opportuno dispositi-
vo di interblocco.
Rischi a cui è sottoposto
l’operatore
Quando si inserisce e disinserisce la spina si
è sottoposti a rischio di contatto diretto. Se la
presa fissa costituisce una massa c’è anche
il rischio di contatto indiretto.
Esperimenti di laboratorio condotti su prese
da 16 A hanno dimostrato che quando la cor-
rente di corto circuito è superiore a 4-5 kA, le
manifestazioni d’arco possono diventare pe-
ricolose (espulsione violenta dei gas con fe-
nomeno esplosivo). Vi sono poi dei rischi che
possono derivare dall’ambiente, come ad
esempio l’incendio per il quale i componenti
elettrici non devono costituire causa di inne-
sco e di propagazione.
Prevenzione dei rischi
Per prevenire i rischi a cui è sottoposto l’ope-
ratore, le prese devono impedire i contatti di-
retti e indiretti.Uno dei modi per evitare i con-
tatti diretti è l’interblocco.
Dispositivi di blocco
I dispositivi di blocco devono essere collega-
ti alla manovra di un dispositivo di interruzio-
ne in modo che la spina non possa essere di-
sinserita dalla presa fissa o mobile mentre i
contatti sono in tensione, né possa essere in-
serita mentre il dispositivo di interruzione è in
posizione di chiuso. Tale blocco può essere
effettuato sia per via meccanica che elettri-
ca. Nel primo caso l’interruttore e la presa
devono formare un corpo unico, all’interno
del quale viene realizzato tale blocco. Nel se-
condo caso vi sarà un contatto ausiliario
montato sulla presa ed azionato inserendo la
spina. Questo contatto agirà sulla bobina di
ritenuta dell’interruttore consentendone la
chiusura solo a spina inserita.