to ad una interfaccia di rete al cui interno è in-
stallato il software di gestione.
La scheda di rete è connessa a sua volta alla
rete IP.
Essendo l’UPS collegato direttamente alla
rete IP, il suo sistema di gestione è in grado
di inviare e-mail e messaggi pop-up, spe-
gnere e riaccendere i PC.
La protezione dei vari computer è garantita
dall’installazione su ciascuno di essi di un
software RCCMD che riceve i comandi dal-
l’interfaccia di rete dell’UPS. I PC sprovvisti
a
ttualità
e
lettrotecnica - gennaio/febbraio
2016
- numero
1
24
a cura di BTicino
riferiche è sufficiente utiliz-
zare una connessione
RS232 oppure USB e in-
stallare il software di gestio-
ne sul sistema da proteg-
gere. Se il computer è con-
nesso a una rete IP è possi-
bile ricevere anche sul pro-
prio computer le segnala-
zioni di allarme dell’UPS
tramite messaggi pop-up
ed e-mail e visualizzarne
graficamente i dati operati-
vi, attraverso degli specifici
programmi di monitorag-
gio. Il vantaggio di questo
tipo di gestione sta nel fatto
che i costi d’implementazio-
ne sono molto bassi, ma po-
ne un limite: l’UPS deve es-
sere posto nelle vicinanze
del sistema da proteggere.
Estensione della pro-
tezione locale.
In caso
di un numero maggiore di
computer da controllare, è
possibile utilizzare la solu-
zione di protezione locale
(vedi sopra), installando su-
gli altri computer uno spe-
ciale “agent” software che ri-
ceverà ed eseguirà i coman-
di inviati dal computer inter-
facciato all’UPS.
Anche in questo caso i costi d’implementazio-
ne sono molto bassi.
Qualora però si doversse spegnere il compu-
ter interfacciato all’UPS (guasto, manutenzio-
ne, aggiornamento, ecc…), si inibisce com-
pletamente il sistema di gestione e, di conse-
guenza, non si è più in grado di ricevere le se-
gnalazioni di allarme mettendo così a rischio
l’integrità dei rimanenti computer.
Integrazione alla rete IP.
Questo tipo
d’installazione prevede che l’UPS sia collega-
U
n UPS, da solo, non è in grado di
garantire la totale protezione dei siste-
mi che alimenta a causa di diversi fat-
tori, tra cui:
• Le batterie di cui dispone non possiedono
un’autonomia illimitata
• Collegamenti accidentali come ad esempio
stufette ed aspirapolvere possono causare
un sovraccarico che, in caso di mancanza
dell’alimentazione, rende nulla la protezione
offerta dall’UPS
• L’installazione in zone non presidiate come
ad esempio sale CED o scantinati, oppure il
funzionamento h24, possono rendere diffi-
coltoso o impossibile ricevere gli allarmi.
Problematiche queste che pongono a ris-
chio la sicurezza degli apparati critici.
Se a queste considerazioni aggiungiamo an-
che il fatto che ripristinare un sistema può com-
portare costi molto alti, anche a causa dei
lunghi tempi necessari, è facile intuire come sia
indispensabile dotare l’UPS di un sistema di su-
pervisione in grado di informare l’utente dell’im-
minente pericolo e di eseguire automatica-
mente una serie di azioni atte a garantire l’in-
tegrità dei dati e dei sistemi operativi. Le
soluzioni per la supervisione dell’UPS sono 2 e
si differenziano in base alla tipologia impiantis-
tica e al metodo di gestione interessato.
Soluzione software:
Gestione effettua-
ta tramite software di gestione installati a bor-
do dei PC o dei server da proteggere. Ideale
per piccoli impianti dove l’UPS è installato vici-
no ai PC o ai server.
Soluzione hardware e software:
Gestione effettuata tramite un insieme di ac-
cessori di comunicazione e software di ges-
tione e abilitazione che consentono di effet-
tuare supervisioni più allargate anche da re-
moto tramite Web.
Tipologie di gestione dell’UPS
Protezione locale.
Per la protezione di un singolo computer (ser-
ver o postazione di lavoro) e delle relative pe-
La tecnologia che sta attorno all’UPS vero e
proprio rappresenta una necessità ineludibile
per il suo buon funzionamento.
E spesso le soluzioni hardware
sono accompagnate
da soluzioni software
per la
gestione,
il
controllo
e la
supervisione
degli UPS